Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Ricoverata tre giorni a Portogruaro «Il responso degli esami? Diabete»
Gli alberghi temono disdette. Il sindaco: «Non c’entrano le ferie qui»
All’ospedale di Portogruaro, il 13 agosto, è entrata con i sintomi dell’iperglicemia. Dall’acidosi alla sete eccessiva, dall’aumento della frequenza delle urine fino alla perdita di peso. A indirizzare i genitori a Portogruaro erano stati gli operatori del punto di primo intervento di Bibione, dove la piccola Sofia stava trascorrendo le vacanze. È stata tenuta in osservazione per tre giorni, prima di essere trasferita a Trento. Il contagio potrebbe essere avvenuto proprio nell’ospedale trentino, ma ad ora non si escludono altre ipotesi. E adesso a Bibione si teme per le disdette, anche se la stagione sta per finire.
«La messa in relazione della nostra località turistica con il decesso avvenuto in ospedale a Brescia impone un chiarimento e una rassicurazione nei confronti dei residenti e dei tanti turisti», dice il sindaco di San Michele al Tagliamento, Pasqualino Codognotto. Sofia, insieme a mamma, papà e al fratello maggiore, ha trascorso le vacanze in un campeggio di Bibione fino al 13 agosto, il giorno del ricovero a Portogruaro. I medici l’hanno sottoposta agli esami e alle cure del caso e la diagnosi è stata «diabete infantile». Tre giorni che i familiari hanno passato soprattutto all’ospedale, per assistere la loro figlia, rientrando in campeggio solo per dormire. Avevano programmato di stare nella località turistica fino al 16 e infatti il giorno dopo Ferragosto hanno informato i medici dell’ospedale di Portogruaro che sarebbero dovuti rientrare a casa. E così i medici dell’Usl 4 hannoa deciso di trasferire la bimba al «Santa Chiara» di Trento. «Al momento della dimissione non erano presenti sintomi riconducibili a malattie infettive», spiegano dall’azienda sanitaria del Veneto orientale. Le condizioni della bambina, quindi, non hanno destato preoccupazione.
«L’Usl 4 si rende disponibile a fornire alle autorità competenti tutta la documentazione riferita al breve ricovero della bambina», aggiungono dall’Usl.
Ieri, con la diffusione della notizia, residenti e titolari di strutture ricettive e attività commerciali di Bibione si sono allarmati. Tra le persone che si sono azzardate ad avanzare ipotesi c’è anche chi ha dato il via a un tam tam per comprendere dove la famiglia di Sofia avesse trascorso la vacanza. «Purtroppo non sappiamo in quale campeggio del nostro litorale abbia alloggiato la bambina con la famiglia — dichiara Silvio Scolaro, presidente dell’Associazione Bibionese
Il sindaco prima di azzardare ipotesi aspettiamo l’esito degli esami Gli hotel Dalle nostre parti non c’è mai stata la zanzaravettore
Albergatori — ma posso dire che mai dalle nostre parti abbiamo registrato la presenza della zanzara indicata come portatrice della malaria».
Non è ancora chiaro quando e in che modo la piccola abbia contratto l’infezione, bisognerà aspettare il risultato degli accertamenti che si svolgeranno nelle prossime settimane in tutti i luoghi che Sofia ha frequentato, compresa la località turistica veneziana. L’Istituto superiore di Sanità sta conducendo controlli epidemiologici ed entomologi (sulle zanzare esistenti in Veneto e quindi in Italia) insieme all’Istituto Zooprofilattico.
«Dalle informazioni in nostro possesso non esiste nessuna relazione tra le due circostanze, cioè il soggiorno a Bibione e la malattia — aggiunge il sindaco Pasqualino Codognotto —. E nessuna richiesta o comunicazione ufficiale è stata indirizzata alla nostra Usl 4, competente per territorio, dai due ospedali di Brescia e di Trento». Ieri il primo cittadino ha contattato il direttore generale dell’azienda sanitaria Veneto Orientale, Carlo Bramezza, e il relativo Dipartimento di Prevenzione. «Al momento — conclude — è opportuno attendere l’esito degli accertamenti che verranno svolti dall’Igiene Pubblica a tutti i livelli prima di spingersi a formulare un’ipotesi sul contagio della bambina di Trento».