Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Serena:«Uno stadio nostro»
Il presidente del Mestre lancia la sfida: realizzare una nuova cittadella del calcio «Non avendo ricevuto risposte da Tacopina, siamo pronti a costruirlo da soli»
Il sasso lo ha lanciato con decisione. Stefano Serena stavolta alza il tiro e punta a un nuovo stadio, magari non a Mestre, ma nei comuni limitrofi, coinvolgendo nuovi imprenditori e allargando il progetto a centri commerciali, alberghi e altre attività di contorno.
Il presidente del club arancionero lavora su un doppio fronte. Da un lato torna a tendere la mano al Comune di Venezia e al presidente del Venezia Joe Tacopina, dall’altro comincia a guardarsi attorno, ben sapendo che il Baracca in un campionato professionistico non potrà mai essere rimesso in sesto: «Accettiamo tutti i sacrifici e chilometri – si legge in una nota - ma con una prospettiva sicura: il ritorno a casa e in tempi non biblici. Casa che non può più essere il Baracca, per motivi di sicurezza, ma che significa un nuovo stadio per la città. Lo aveva detto al Sindaco Luigi Brugnaro a Casa Mestre, come in altre occasioni. Dando la disponibilità di una partecipazione al progetto e alla realizzazione del nuovo stadio del Venezia o andando avanti per la sua strada. Ma ad oggi non è arrivata alcuna risposta da parte degli interlocutori, che evidentemente poco considerano l’ipotesi di una collaborazione per la realizzazione di un impianto cittadino in comune fra le due società più importanti del territorio». Questa la risposta del direttore generale del Venezia Dante Scibilia: «Le nostre porte sono sempre aperte - chiarisce - ma non abbiamo mai ricevuto lettere, inviti a incontri o telefonate dirette sulla questione stadio da parte di Serena. Non commentiamo il comunicato e non ci sembra giusto, stiamo facendo un nostro percorso per uno stadio privato e andremo avanti, ma non abbiamo mai negato incontri al Mestre».
E qui ecco la svolta con un progetto alternativo: «Fare da sé lo stadio – si legge - nell’ottica più moderna e imprenditoriale che questo significa, con strutture commerciali e di accoglienza, divertimento e benessere per tutta la famiglia. Un progetto pensato per poter creare posti di lavoro e redditività, oltre che per arricchire il territorio che dovesse ospitarlo. La denominazione di “cittadella dello sport” è quindi riduttiva. Si prevede infatti la realizzazione di un’arena per spettacoli, concerti, manifestazioni, ristoranti, hotel, pub, negozi (anche attività commerciali di brand internazionali), uffici e residenze. E accanto, sulla scia del più noto Milanello, il Mestrinello con campi di allenamento (almeno 5), palestra, ristorante, foresteria, scuola, struttura sanitaria. Un’area vasta che comprenda anche un parco giochi, anche acquatico. Per questo motivo, fin da subito, l’A.C.Mestre lancia un Concorso di idee e di progetto, che verrà quindi sottoposto alle amministrazioni. Mantenendo la precedenza nei confronti del Comune di Venezia, non si esclude di presentare l’idea ad altre amministrazioni vicine alla Città di Mestre che si dichiarassero disponibili e interessate ad intavolare un discorso serio per la concreta realizzazione di un’idea che non vuole rimanere tale solo sulla carta».