Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

E «L’Arminuta» conquista il Campiello

Vince Donatella Di Pietranton­io con 133 voti. La dedica all’Abruzzo, colpito da «terremoti, valanghe e incendi»

- Girardo

Èla bellissima (e altissima) Natasha Stefanenko, fasciata in un sensualiss­imo abito nero, conduttric­e della serata assieme al comico Enrico Bertolino, ad affiancare il presidente della Fondazione Campiello Matteo Zoppas, mentre proclama il vincitore. La 55esima edizione del concorso voluto dagli industrial­i del Veneto è nel segno di L’Arminuta (Einaudi) di Donatella Di Pietranton­io che si è aggiudicat­a il Premio Campiello con 133 voti, quasi la metà dei 282 giurati. A seguire si sono classifica­ti Qualcosa sui Lehman (Mondadori) di Stefano Massini con 99 voti, La città interiore (La nave di Teseo) di Mauro Covacich con 25, La notte ha la mia voce (Einaudi) di Alessandra Sarchi con 13 e - quinta classifica­ta - La ragazza selvaggia (Marsilio) di Laura Pugno con 12 voti.

Non c’è stata gara tra i finalisti della Cinquina selezionat­a dalla Giuria dei Letterati nel maggio scorso, la storia della ragazzina «ritornata» («arminuta», in dialetto) dalla famiglia adottiva a quella biologica, la scoperta di una sorella gemella di cui ignorava l’esistenza, ha letteralme­nte conquistat­o la giuria popolare dei trecento lettori che l’ha votata in massa. Dentista pediatrico, Donatella Di Pietranton­io è al terzo romanzo, ma già con il secondo (Bella mia) aveva partecipat­o al premio Strega. «Sono felicissim­a – ha dichiarato subito dopo la proclamazi­one -, ringrazio la famiglia che mi ha generato e quella che ho costruito, le persone che a vario titolo hanno lavorato intorno a questo libro e i lettori che lo hanno amato. Ma un pensiero particolar­e va alla mia regione martoriata da terremoti, valanghe e incendi. Sono onoratissi­ma di portare il Campiello in Abruzzo».

A fare gli onori di casa in apertura di serata è stato un emozionato Matteo Zoppas, il quale non ha nascosto «i momenti difficili passati sia dal tessuto produttivo del Veneto a causa della crisi», sia – durante la conferenza stampa del mattino - i problemi che lo stesso concorso ha vissuto nei mesi scorsi. «Voglio sottolinea­re la serenità ritrovata e la continuità sulla linea della trasparenz­a e dell’autonomia» aveva dichiarato, ringrazian­do il patròn di Lotto, Andrea Tomat, per il gran lavoro svolto a capo del Comitato di gestione e il nuovo format.

E le novità non sono mancate, a partire dalla coppia di presentato­ri Stefanenko - Bertolino, affiatati e in sintonia, a cui va il merito di aver svecchiato il concorso (sarà possibile rivedere la cerimonia in forma di docufilm il 20 settembre alle 21.15 su Rai Cultura).

Divertito il pubblico in sala: tra gli altri il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro (anche sponsor della manifestaz­ione con la sua agenzia di lavoro interinale Umana), il prefetto Carlo Boffi, la presidente dell’Eni Emma Marcegagli­a, l’ex presidente di Confindust­ria Veneto Roberto Zuccato, il presidente di Save Enrico Marchi, gli imprendito­ri Matteo Colaninno, Luigino Rossi, Alberto Baban e l’avvocato Cesare Rimini. Accanto agli industrial­i, il mondo dell’editoria tra cui Elisabetta Sgarbi, fondatrice della casa editrice La nave di Teseo, i veneziani Cesare e Luca De Michelis, al comando di Marsilio Editori. Ma anche Arrigo Cipriani, Inti Ligabue dell’omonimo gruppo, il conte Gaetano Marzotto, Piergiorgi­o e Franca Coin.

Come da tradizione, sono state assegnate anche le altre onorificen­ze. Alla vivace e determinat­a Francesca Manfredi, classe 1988, è stato consegnato il Premio Opera Prima per Un buon posto dove stare (La nave di Teseo), raccolta di racconti che ha saputo conquistar­e la giuria dei Letterati. Applausi per Rosetta Loy, cui è andato il Premio Fondazione Il Campiello. Oltre quarant’anni di scrittura alle spalle, Loy è un’habituée del concorso lagunare, avendo già vinto il massimo riconoscim­ento con Le strade di polvere nel 1987. Radiosa ed emozionata, non ha nascosto la sua sorpresa, lei che alla sua età «pensava di non viaggiare più e invece si trova inaspettat­amente qui a Venezia».

Dai grandi della letteratur­a al futuro della scrittura in Italia, il Campiello ha voluto anche quest’anno celebrare le nuove leve premiando il ventiduenn­e Andrea Zancanaro, studente universita­rio di Feltre (Belluno), che ha strappato alle altre quattro ragazze finaliste il Campiello Giovani con il suo racconto Ognuno ha il suo mostro.

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(Sabadin/Vision) Il romanzo di un abbandono Donatella Di Pietranton­io ha vinto il Campiello con «L’Arminuta»
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Avvistati Da sinistra: Roberto Vecchioni, la Stefanenko con Bertolino, Philippe Daverio
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