Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Malaria, screening nazionale. Nuovo caso di West Nile
Dopo la morte di Sofia, si allargano le indagini. Polesine, anziano contagiato
Un 85enne residente in Alto Polesine è stato ricoverato nei giorni scorsi all’ospedale «San Luca» di Trecenta per un sospetto contagio da West Nile. E intanto, a Trento, la morte di Sofia Zago, la bimba di quattro anni di Piedicastello stroncata dalla malaria, ha innescato un’indagine ad ampio raggio dei carabinieri del Nas.
Il pensionato polesano risultato positivo al West Nile, comunque, risulta essere in buone condizioni di salute. Se confermato, si tratterebbe del secondo caso di questo tipo in Polesine dopo quello delle scorse settimane che si è registrato ad Adria. A fine agosto un residente nella città bassopolesana è stato ricoverato perché positivo al West Nile, salvo poi essere dimesso dopo le cure del caso.
A Trento, invece, i militari dell’Arma del Nas si apprestano a eseguire uno screening su tutti i malaria registrati negli ospedali italiani tra luglio e agosto, avvenuti attraverso la zanzara anofele. I carabinieri trentini intendono sentire i malati censiti dal ministero della Salute, partendo dal Trentino e dal Veneto, per verificare i loro spostamenti. L’obiettivo, molto ambizioso, è identificare i luoghi di una possibile infezione o contagio attraverso le zanzare.
Tornando al Polesine e alla West Nile, adesso scatta la caccia al focolaio dal quale si è propagato il virus del Nilo. Di solito viene individuato attraverso le trappole di sorveglianza sulle zanzare. In particolare delle «Culex», che sono ritenute vettore della malattia.
La presenza del virus West Nile non è più una novità per la provincia di Rovigo. Ad agosto del 2016 sono stati tre i casi di contagio. A finire in ospedale sono stati due ottantenni ed un 77enne, tutti residenti in Alto Polesine. Si è trattato di casi non di particolare gravità.
La direzione dell’Usl 5 ricorda che «nella lotta contro le zanzare è di fondamentale importanza adottare quelle azioni che i cittadini possono effettuare nelle aree private. Tra queste: eliminare l’acqua di ristagno nei sottovasi, vuotare i contenitori contenenti acque piovane, mettere al riparo da eventuali precipitazioni tutto quello che può raccogliere acqua, utilizzare larvicidi nei tombini, in casa utilizzare con costanza le zanzariere, usare repellenti quando si soggiorna all’aperto».
Da un punto di vista epidemiologico il virus West Nile colpisce sia gli animali, in particolare i cavalli, sia gli esseri umani. I serbatoi per la sua diffusione sono gli uccelli selvatici e le zanzare Culex. Sono le punture di queste ultime ad essere il principale mezzo di trasmissione all’uomo. Circa l’80 per cento delle infezioni di questo tipo, nell’essere umano, non causano sintomi evidenti. Il periodo di incubazione è compreso tra 2 e 15 giorni.
Nel caso di sintomatologia il segnale classico è la febbre. Più rari i casi in cui compaiano complicazioni neurologiche come la meningite e l’encefalite. Di solito si verificano in persone già in precario stato di salute e quindi con le difese immunitarie debilitate.