Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Zoppas: «Fondazione Nordest strategica No a progetti vecchi, presto le decisioni»
Il leader regionale di Confindustria: «Priorità massima in consiglio alla questione»
Fondazione Nordest? «Un asset strategico per Confindustria Veneto». Il cui assetto futuro sarà affrontato «dai consigli di Confindustria Veneto con la massima priorità». Alla fine, dopo una settimana di dibattito, il presidente di Confindustria Veneto, Matteo Zoppas, rompe il silenzio sul futuro del centro di ricerca degli Industriali. Nel giorno della cerimonia finale del Premio Campiello, ora Zoppas sposta il focus sulla Fondazione, che attende da sei mesi una definizione. Nella nomina di un direttore scientifico - o di un comitato d’indirizzo che lo sostituisca -, dopo Stefano Micelli scaduto a febbraio insieme all presidenza di Roberto Zuccato. Ma anche di un assetto organizzativo che deve fare i conti con risorse scarse.
Ora, con una nota, in sostanza Zoppas, conferma la Fondazione come «asset strategico», facendo capire che non ci saranno chiusure o soluzioni che la sminuiscano, e rivendica la decisione al consiglio di presidenza di Confindustria Veneto. Senza per altro anticipare nulla sulle possibili soluzioni sul tavolo (quella base accreditata fino a poco tempo fa pareva essere la riconferma del gruppo storico di ricercatori intorno a Silvia Oliva, sostituendo però la figura del direttore scientifico con un comitato direttivo).
Ma così non può che essere, sul fronte delle decisioni, secondo Zoppas. Perché «il dibattito e le teorie espresse tramite i media dai vari attori intervenuti», confermano certo il valore strategico di Fondazione Nordest. Ma non possono che essere definite teorie. «Comunque aggiuntive di valore», sostiene il presidente, proposte che lui dice di aver «letto con attenzione». «Spunti che possono agevolare le scelte future» e il leader regionale «è grato a tutti coloro che hanno espresso e continueranno ad esprimere opinioni in merito». Ma si tratta di teorie e opinioni che rischiano di esser solo «parziali», essendo espresse senza avere «il panorama completo di tutti gli elementi e valutazioni riservati al tavolo confindustriale competente».
Quindi la palla sta nel campo di Confindustria Veneto. E Zoppas promette di muoversi entro una serie di paletti. Primo: tempi rapidi, visto che dichiara che «le progettualità riguardanti Fondazione Nordest saranno trattate dai consigli di Confindustria Veneto con la massima priorità». E il tempo bruciato fin qui? «La complessità delle scelte - è la lettura di Zoppas -, legate a variabili non banali, richiede che una molteplicità di fattori siano concordi per individuare la migliore soluzione, in tempi brevi come da programma». Altrimenti detto: la situazione ereditata è difficile, i 170 mila euro di contributi annuali rimasti sono poca cosa e si tratta di ricalibrare il tutto. E la divisione tra le territoriali in Confindustria Veneto non aiuta. «Ci vuole tempo per mettere in moto una macchina - scrive ancora Zoppas nella nota - e, data l’inerzia, ci vuole tempo per farle prendere velocità».
Ma i tempi adesso paiono maturi per decidere. La griglia è già definita. «Come per ogni impresa che si rispetti, quando si parla di un progetto non si può prescindere dai contenuti, quindi dai capitali e poi, non meno importanti, dalle persone». In quell’ordine. Zoppas s’impegna a definire prima il progetto per la Fondazione e poi a trovare i soldi - e le persone - per farlo girare e non a subordinare il progetto ai soldi che ci sono. Di certo pare orientato a cambiare rispetto al recente passato di Stefano Micelli durante l’èra Zuccato, se afferma: «I contesti mutano e progetti un tempo attuali diventano obsoleti». E pur senza intenti polemici, il giudizio sul recente passato pare chiaro.
Intanto, in attesa che le indicazioni di Zoppas si traducano in decisioni, le idee sulla Fondazione circolano. Come quella sentita due anni fa intorno al riassetto del Cuoa, di concentrare ad Altavilla Vicentina tutto il polo della formazione, alta formazione e cultura del mondo di Confindustria. Idea che potrebbe tornare utile, premesso che non pare essere tra quelle in discussione? «Premetto che non tocca a me decidere e che non ho intenzione di invadere campi altrui - risponde il presidente del Cuoa, Federico Visentin -. Ma se devo esprimere una mia opinione, dico che il progetto di un polo unico potrebbe avere una sua coerenza. Ma se la proposta fosse avanzata, spero che lo si faccia perché si sposa un disegno strategico, che può produrre poi economie di scala sui costi, non per risolvere un tema di sostenibilità economica».
La linea, letta tra le righe, pare essere che le missioni culturali di Cuoa e Fondazione Nordest non sono immediatamente sovrapponibili. E se il Cuoa ha chiuso un risanamento, di fronte alla caduta dei contributi, spingendo sulla appetibilità dei propri master, Nordest non può fare allo stesso modo. E non può prescindere da un’attività che poggia in parte su contributi, che dovrebbero comunque arrivare. In sostanza: se si crede davvero a un «piano industriale» per integrare le due realtà lo si può studiare, ottenendo anche economie di scala sui costi. Ma se l’obiettivo è solo di appoggiare sul Cuoa i costi di Fondazione Nordest, il rischio sarebbe di «scassare» entrambe le realtà. A partire dalla ritrovata salute di Altavilla.
Bene i contributi usciti: ne terremo conto. Ma sono teorie parziali
Individueremo i contenuti, quindi i capitali e le persone adatte