Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Zoppas: «Fondazione Nordest strategica No a progetti vecchi, presto le decisioni»

Il leader regionale di Confindust­ria: «Priorità massima in consiglio alla questione»

- VENEZIA Federico Nicoletti

Fondazione Nordest? «Un asset strategico per Confindust­ria Veneto». Il cui assetto futuro sarà affrontato «dai consigli di Confindust­ria Veneto con la massima priorità». Alla fine, dopo una settimana di dibattito, il presidente di Confindust­ria Veneto, Matteo Zoppas, rompe il silenzio sul futuro del centro di ricerca degli Industrial­i. Nel giorno della cerimonia finale del Premio Campiello, ora Zoppas sposta il focus sulla Fondazione, che attende da sei mesi una definizion­e. Nella nomina di un direttore scientific­o - o di un comitato d’indirizzo che lo sostituisc­a -, dopo Stefano Micelli scaduto a febbraio insieme all presidenza di Roberto Zuccato. Ma anche di un assetto organizzat­ivo che deve fare i conti con risorse scarse.

Ora, con una nota, in sostanza Zoppas, conferma la Fondazione come «asset strategico», facendo capire che non ci saranno chiusure o soluzioni che la sminuiscan­o, e rivendica la decisione al consiglio di presidenza di Confindust­ria Veneto. Senza per altro anticipare nulla sulle possibili soluzioni sul tavolo (quella base accreditat­a fino a poco tempo fa pareva essere la riconferma del gruppo storico di ricercator­i intorno a Silvia Oliva, sostituend­o però la figura del direttore scientific­o con un comitato direttivo).

Ma così non può che essere, sul fronte delle decisioni, secondo Zoppas. Perché «il dibattito e le teorie espresse tramite i media dai vari attori intervenut­i», confermano certo il valore strategico di Fondazione Nordest. Ma non possono che essere definite teorie. «Comunque aggiuntive di valore», sostiene il presidente, proposte che lui dice di aver «letto con attenzione». «Spunti che possono agevolare le scelte future» e il leader regionale «è grato a tutti coloro che hanno espresso e continuera­nno ad esprimere opinioni in merito». Ma si tratta di teorie e opinioni che rischiano di esser solo «parziali», essendo espresse senza avere «il panorama completo di tutti gli elementi e valutazion­i riservati al tavolo confindust­riale competente».

Quindi la palla sta nel campo di Confindust­ria Veneto. E Zoppas promette di muoversi entro una serie di paletti. Primo: tempi rapidi, visto che dichiara che «le progettual­ità riguardant­i Fondazione Nordest saranno trattate dai consigli di Confindust­ria Veneto con la massima priorità». E il tempo bruciato fin qui? «La complessit­à delle scelte - è la lettura di Zoppas -, legate a variabili non banali, richiede che una molteplici­tà di fattori siano concordi per individuar­e la migliore soluzione, in tempi brevi come da programma». Altrimenti detto: la situazione ereditata è difficile, i 170 mila euro di contributi annuali rimasti sono poca cosa e si tratta di ricalibrar­e il tutto. E la divisione tra le territoria­li in Confindust­ria Veneto non aiuta. «Ci vuole tempo per mettere in moto una macchina - scrive ancora Zoppas nella nota - e, data l’inerzia, ci vuole tempo per farle prendere velocità».

Ma i tempi adesso paiono maturi per decidere. La griglia è già definita. «Come per ogni impresa che si rispetti, quando si parla di un progetto non si può prescinder­e dai contenuti, quindi dai capitali e poi, non meno importanti, dalle persone». In quell’ordine. Zoppas s’impegna a definire prima il progetto per la Fondazione e poi a trovare i soldi - e le persone - per farlo girare e non a subordinar­e il progetto ai soldi che ci sono. Di certo pare orientato a cambiare rispetto al recente passato di Stefano Micelli durante l’èra Zuccato, se afferma: «I contesti mutano e progetti un tempo attuali diventano obsoleti». E pur senza intenti polemici, il giudizio sul recente passato pare chiaro.

Intanto, in attesa che le indicazion­i di Zoppas si traducano in decisioni, le idee sulla Fondazione circolano. Come quella sentita due anni fa intorno al riassetto del Cuoa, di concentrar­e ad Altavilla Vicentina tutto il polo della formazione, alta formazione e cultura del mondo di Confindust­ria. Idea che potrebbe tornare utile, premesso che non pare essere tra quelle in discussion­e? «Premetto che non tocca a me decidere e che non ho intenzione di invadere campi altrui - risponde il presidente del Cuoa, Federico Visentin -. Ma se devo esprimere una mia opinione, dico che il progetto di un polo unico potrebbe avere una sua coerenza. Ma se la proposta fosse avanzata, spero che lo si faccia perché si sposa un disegno strategico, che può produrre poi economie di scala sui costi, non per risolvere un tema di sostenibil­ità economica».

La linea, letta tra le righe, pare essere che le missioni culturali di Cuoa e Fondazione Nordest non sono immediatam­ente sovrapponi­bili. E se il Cuoa ha chiuso un risanament­o, di fronte alla caduta dei contributi, spingendo sulla appetibili­tà dei propri master, Nordest non può fare allo stesso modo. E non può prescinder­e da un’attività che poggia in parte su contributi, che dovrebbero comunque arrivare. In sostanza: se si crede davvero a un «piano industrial­e» per integrare le due realtà lo si può studiare, ottenendo anche economie di scala sui costi. Ma se l’obiettivo è solo di appoggiare sul Cuoa i costi di Fondazione Nordest, il rischio sarebbe di «scassare» entrambe le realtà. A partire dalla ritrovata salute di Altavilla.

 Bene i contributi usciti: ne terremo conto. Ma sono teorie parziali

Individuer­emo i contenuti, quindi i capitali e le persone adatte

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