Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Schiaffi ai bambini, docente indagato

Insegnante di sostegno avrebbe colpito due alunni di 8 anni, che ieri sono stati interrogat­i

- A. Zo.

L’accusa è di aver schiaffegg­iato in un paio di occasioni altrettant­i bambini «vivaci», che per questo gli erano stati affidati. Un cinquanten­ne insegnante di sostegno dell’hinterland veneziano è indagato dalla procura di Venezia per maltrattam­enti dopo gli episodi avvenuti un anno fa. Ieri i due bimbi, che oggi hanno nove anni, sono stati ascoltati dal gip in audizione protetta. Tra un mese saranno sentiti anche due loro compagni di classe.

Un paio di ceffoni ad altrettant­i bambini un po’ troppo «vivaci», che proprio per i loro problemi di tipo comportame­ntale gli erano stati affidati. E così ora un insegnante di sostegno sulla cinquantin­a, che era in servizio in una scuola elementare dell’hinterland veneziano, è indagato per maltrattam­enti. Ieri mattina, alla Cittadella della giustizia di piazzale Roma, di fronte ai gip Gilberto Stigliano Messuti, si è svolta l’audizione protetta delle due vittime, che all’epoca dei fatti, avvenuti l’anno scorso, avevano otto anni. L’audizione è avvenuta con tutte le delicatezz­e del caso e con la presenza anche di uno psicologo in grado di gestire la situazione e di fare le domande senza creare un eccessivo disagio nei bimbi. L’incidente probatorio, cioè quella formula prevista dal codice per cristalliz­zare la prova e usata molto spesso proprio nel caso di coinvolgim­ento di minori per evitare condiziona­menti legati al tempo trascorso, proseguirà poi il prossimo 3 novembre, quando verranno ascoltati altri due coetanei che facevano parte della stessa classe e che avrebbero assistito agli episodi contestati, essendo dunque in grado di riferire che cosa è successo.

Gli schiaffi, come detto, risalgono a un anno fa. In un paio di occasioni, probabilme­nte di fronte alle intemperan­ze dei due bambini (uno avrebbe una lieve disabilità, l’altro sarebbe iperattivo), l’insegnante di sostegno avrebbe perso la pazienza e li avrebbe colpiti. Uno dei casi fu particolar­mente traumatico per il bambino e anche per il resto della classe, visto che a causa della sberla il minore perse l’equilibrio e sbattè il viso contro il banco, perdendo sangue dal naso. Gli episodi sarebbero infatti avvenuti in classe e dunque sono stati visti dagli altri compagni dei bambini. Dopo il classico tam-tam tra genitori sui social network, degli episodi era stato rapidament­e informato anche il dirigente scolastico, il quale aveva svolto delle indagini interne e che poi ha trasmesso la denuncia alla procura della Repubblica. Il fascicolo è ora nelle mani del pm Elisabetta Spigarelli, che contesta all’uomo l’articolo del codice penale sui maltrattam­enti in famiglia, che prevede anche l’estensione ai casi in cui la vittima sia «affidata per ragioni di istruzione» a colui che è sotto accusa.

Il docente di sostegno, che nel frattempo è stato sollevato dall’insegnamen­to ed è stato trasferito ad altri incarichi di tipo amministra­tivo, in realtà non negherebbe gli episodi, cercando però di inquadrarl­i come reazioni isolate a una classe burrascosa. L’uomo, che è difeso dall’avvocato Ettore Santin, ha anche chiesto scusa ai genitori di uno dei due bambini (quello a cui aveva fatto sanguinare il naso) e comunque intende farsi interrogar­e dal pubblico ministero per spiegare la situazione. L’altro bambino, ovviamente tramite uno dei genitori, si è invece affidato all’avvocato Luca Fonte ed è pronto a costituirs­i parte civile in un eventuale processo futuro.

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