Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Doping nelle palestre trenta perquisizi­oni A Mirano indagato preparator­e atletico

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Per tutti in Alto Adige era la mamma body builder, con la passione per i muscoli e il corpo scolpito come nella pietra. Quarantadu­e anni, Karin Mederle, di Cornaiano, a Vicenza aveva centrato un ottimo quarto posto al concorso nazionale nella categoria «Bikini fitness». Peccato fosse stata trovata positiva al controllo antidoping e sospesa. Parte da lei la vasta indagine della Procura di Trento sul traffico di doping nelle palestre e tra gli sportivi che ieri mattina, alle prime luci dell’alba, ha fatto scattare trenta perquisizi­oni a carico di altrettant­i appassiona­ti di muscoli tra la Val di Sole, Padova, Venezia, Rovigo, Trieste, Ponte di Legno (Brescia) e Belluno. Due preparator­i atletici e la compagna di uno di loro sono finiti nel registro degli indagati per abusivo esercizio di profession­e medica, somministr­azione di medicinali in modo pericoloso e violazione della normativa antidoping. Gli indagati sono Franco Falcone, 43 anni, titolare della palestra «Body’s fun» di Dimaro, stimato preparator­e atletico, Ivan Pavan, 44 anni, di Mirano, preparator­e atletico presso la palestra «Evolution Fitness Center» e la sua compagna Katia Bontempell­i, 41 anni. Era lei, secondo la ricostruzi­one degli investigat­ori del Nas di Trento, guidati dal pm Davide Ognibene, che hanno operato insieme ai colleghi di Padova, Udine, Treviso e Brescia, il «corriere» delle fiale e dei flaconi di piccole dopanti consegnati ai diversi clienti. I farmaci non venivano venduti direttamen­te in palestra, anche se sembra che alcune iniezioni di sostanze dopanti siano avvenute proprio all’interno dei centri fitness, anabolizza­nti e ormoni, provenient­i da Spagna, India, Germania, Moldavia e Thailandia, che possono essere molto rischiosi per la salute.

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