Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

L’eredità di Elisa 18 anni di regali alla figlia

Il Provvedito­re: «I presidi decidano caso per caso»

- TREVISO

Anna, 13 mesi, vivrà senza avere accanto la sua mamma Elisa, morta dopo aver combattuto per oltre un anno contro il tumore. Prima di morire la mamma le ha comprato regali per 18 compleanni. «Così vivrò accanto a lei».

Forse pochi lo sanno, ma tornare da scuola senza mamma o papà non sarebbe proprio possibile. Non fino alla maggiore età. In realtà non c’è una legge specifica che istituisce il divieto ma i minori, in Italia, sono «responsabi­lità dei precettori», siano essi genitori, nonni o presidi ed insegnanti. Così, vuole il diritto. Se succede qualcosa al rientro da scuola, se il ragazzo o il bambino è, ad esempio, coinvolto in un incidente, la colpa ricade sull’ultima persona che lo aveva in carico e cioè il docente dell’ultima ora e il dirigente scolastico.

Queste le regole, su cui finora ha prevalso il cosidetto buon senso. Ossia alle medie pochi controllav­ano che ci fosse un genitore fuori da scuola. Ora però sta cambiando qualcosa. Il 23 maggio è stata pubblicata la sentenza della Corte di cassazione su una tragedia avvenuta quindici anni fa in Toscana: un bambino di undici anni è stato investito ed è morto poco dopo l’uscita da scuola. I giudici hanno stabilito che la colpa è del conducente dello scuolabus che lo ha travolto, della scuola e del Miur e sottolinea­to come gli istituti devono consegnare i minori ai genitori o a un loro delegato, in alternativ­a devono attendere l’arrivo dello scuolabus anche fosse in ritardo come nel caso toscano.

La sentenza ha riaperto un dibattito, mai sopito completame­nte, su come le scuole di ogni ordine e grado debbano comportars­i se alunni e studenti rientrano da soli dopo una mattinata in classe. È costume che, quantomeno dalle medie, tutti vadano a scuola da soli ma ora potrebbe non essere più possibile, almeno a Padova. La dirigente scolastica della media Stefanini del quartiere Voltabaroz­zo ha comunicato ai genitori che devono venire a prendere i figli e ha annunciato che dal prossimo anno scolastico sarà così in tutti gli istituti di Padova.

Si tratta di una questione spinosa, già affrontata a più riprese da Ufficio scolastico regionale e dirigenti scolastici.

«Ancora nel 2014 abbiamo predispost­o una circolare - dice la direttrice dell’Ufficio scolastico del Veneto Daniela Beltrame - che sintetizza i principi della giurisprud­enza e dispone che si tenga conto del contesto e della maturità dello studente». Beltrame ha messo nero su bianco che ogni scuola deve dotarsi di un suo Regolament­o e che decida come comportars­i sull’uscita autonoma da scuola in base a fattori ambientali, sociali e all’età e maturazion­e dei ragazzi.

«L’obbligo di sorvegliar­e i minori all’uscita e di assicurars­i che ci sia qualcuno a prenderli c’è sempre stato - spiega Lorenzo Gaggino, presidente veneto dell’Associazio­ne nazionale dei dirigenti scolastici -, lo dice il codice civile parlando appunto di minorenni. Detto questo, si è sempre cercato di usare il buon senso: è vero che i rischi oggigiorno sono maggiori di una volta ma andare e tornare da scuola da soli fa parte della crescita dei ragazzini, parrebbe assurdo imporre la presenza di un accompagna­tore».

È anche vero, segnala il preside, che se capita un incidente la responsabi­lità ricade tutta sulla scuola. «Esiste una proposta di legge ferma in Parlamento da molto tempo e che interviene proprio a dirimere il problema delle responsabi­lità», spiega la dirigente scolastica dell’Itis Severi di Padova Nadia Vidale. Il ddl numero 325 d’iniziativa dei senatori della Repubblica risale al 26 marzo 2013 e porta il titolo: «Modifiche al testo unico delle disposizio­ni legislativ­e vigenti in materia di istruzione, in materia di vigilanza sugli studenti durante l’uscita dalla scuola». Ogni scuola, scrivono i senatori, ha un suo Regolament­o di istituto e una volta verificato il suo rispetto da parte dell’insegnante dell’ultima ora, la responsabi­lità in caso di incidenti non ricadrebbe, fosse approvata la proposta di legge, sulla scuola.

Alle elementari non ci può essere discrezion­alità: i bambini non possono tornare da soli. Succede nelle scuole pubbliche come anche nelle paritarie. «Solo un maggiorenn­e può prendere un bimbo all’uscita dalla scuola - dice Stefano Cecchin, presidente di Fism in Veneto -, a inizio anno nelle segreterie ci sono moduli da compilare per la delega di chi, al posto dei genitori, si presenta a prendere il bimbo ed è richiesta la foto».

Dopo la sentenza della Cassazione, questi obblighi, finora in vigore nelle scuole di infanzia e alle primarie potrebbero essere estesi alle medie.

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L’entrata in classe I bambini accompagna­ti dai genitori all’ingresso di una scuola elementare

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