Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Civile, incendio doloso con la soda caustica»
Non c’è dubbio, scrive il perito, sull’origine dolosa. «L’azione ostile di specie è stata studiata, pianificata e posta in essere da una o più menti di elevata preparazione tecnica». La prova? La presenza di tracce di soda caustica in quello sgabuzzino del primo piano da cui, secondo l’ingegner Roberto Socal, sarebbe partito l’incendio del 13 maggio 2015 nell’ala storica dell’Ospedale civile di Venezia. Addirittura Socal si spinge a ipotizzare un intento omicida, vista anche la configurazione dello sgabuzzino, con un pavimento di legno pieno di fessure. «Questo indica la precisa volontà di diffondere l’incendio anche al piano inferiore occupato da quel laboratorio analisi che vede sempre del personale al suo interno», continua la perizia. La tesi contrasta però con quella della procura, che ha portato a processo per incendio colposo Alessandro Zaninello, tecnico dell’impresa Siram accusato di incendio colposo per aver certificato la regolarità dell’impianto elettrico. Il pm Francesca Crupi, sulla base della propria consulenza, riteneva invece che le fiamme fossero partite da un quadro elettrico al piano terra ed esplose nello sgabuzzino pieno di carta. Per questo il pm aveva chiesto la condanna a un anno di reclusione per Zaninello, difeso dall’avvocato Luigi Ravagnan. Venerdì prossimo la sentenza. (a. zo.)
Spintoni