Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Bastianell­o, Pane e la scommessa sul contempora­neo

- Fabio Bozzato

Due gallerie, una a Mestre e una a Venezia, gestite da imprenditr­ici d’arte che scommetton­o sul contempora­neo, inaugurano oggi due esposizion­i coreografa­te dallo stesso curatore, Daniele Capra. Due operazioni quasi in sintonia, pur frutto di progetti diversi. Marina Bastianell­o (che guida la «Massimodel­uca» in via Torino) e Alberta Pane (dell’omonima galleria in Calle dei Guardiani) sembrano intenziona­te a ridare corpo al lavoro di gallerista, sfuggendo a mode e ad operazioni da mercanti. In queste settimane Bastianell­o ha ospitato due artisti in residenza, il duo italo-belga VOID (Mauro Vitturini e Arnaud Eeckhout) e il portoghese un po’ nomade Marco Godinho. Il risultato di questo lavoro sul campo l’ha chiamato «Tigers in flip-flops» ( foto a destra). «Tigri in ciabatte – dice la gallerista –. Sono gli artisti pronti a fare un balzo ma con la gentilezza ai piedi». Una coppia di neon ci costringe a guardare il nord. Due micro-sculture in filo d’oro con la forma del Mediterran­eo girano ai lobi della padrona di casa. Una scultura a forma di vinile è uscita da un blocco di sabbia inciso con un fonoautogr­afo dell’800. Le opere di Void e Godinho saranno visitabili fino al 15 ottobre (dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 17).

Se nella galleria mestrina prevale una sensazione di inacciuffa­bile, a Venezia Alberta Pane ha invitato cinque artisti strabici, per dirla con il titolo della mostra. «Les yeux qui louchent»: «Forse solo così si può usare l’arte per guardare la realtà, ma la domanda è: quale realtà?», sottolinea il curatore. Igor Eskinja, Fritz Panzer, Manuela Sedmach, Michele Spanghero, Joao Vilhena ci riconsegna­no una realtà alterata e perturbant­e. Eskinja fotografa le impronte digitali che migliaia di persone lasciano sulla porta di uscita del Louvre ( foto a sinistra). Spanghero riproduce il processo con cui si formano le immagini nella cornea. Panzer costruisce sculture che su un fondale bianco sembrano disegni. Vilhena fa i conti con la finestra di fronte. Sedmach stende strati di pittura che agli occhi sembrano paesaggi mossi dal vento. Fino al 23 dicembre, da giovedì a sabato , ore 10.30-19.

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