Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Africani, obesi, gay e meridionali: gli inquilini discriminati dai proprietari
Forse il problema è che gli studenti sono diventati troppo bravi. Ha suscitato clamore, su Facebook e non solo, la schermata di un annuncio pubblicato nel 2016 da un proprietario padovano in cerca di inquilini e rilanciato in questi giorni da un medico di Aversa che punta il dito contro la clausola «Non si affitta a immigrati e meridionali». Razzismo o stravaganza? Regola o eccezione? Di sicuro, una spia del cambiamento in corso nel fitto sottobosco del mercato immobiliare studentesco.
«A Padova, da qualche anno a questa parte, i fuorisede si comportano meglio perché non vogliono problemi con i proprietari – assicura Guerrino Polito, presidente provinciale di Fimaa (Federazione italiana mediatori agenti d’affari) -. L’epoca della confusione negli appartamenti dati agli studenti è finita». Insomma, i padroni di casa si sono abituati bene e pur di preservare l’armonia sono diventati molto selettivi, con criteri più o meno discutibili che ogni tanto affiorano in bacheca. Più che una supposizione, è la diretta conseguenza del rapporto tra domanda e offerta: «Una volta – ricorda Polito – gli studenti si spostavano da soli e cercavano appartamenti di modeste dimensioni nei quartieri periferici, oggi si muovono in gruppi di tre o quattro per dividere le spese e trovare soluzioni più spaziose, spesso e volentieri in centro storico. Rispetto al passato, sono aumentate anche le locazioni miste maschifemmine». Addio mansarde scalcinate, avanti comfort: meglio stare stretti ma vivere meglio e pagare meno che stare larghi ma fare i conti con muffa e guasti cronici a prezzi gonfiati. Ed è cambiato anche la tipologia dei proprietari: «Tra chi affitta agli studenti ci sono anche molti anziani che avevano comprato l’appartamento per i figli – dice Michele Brombin, segretario provinciale del Sindacato inquilini e assegnatari Sunia -. Poi magari i figli si sposano o emigrano ma i genitori sperano che tornino e quindi vogliono preservare la casa per fargliela trovare in buone condizioni». La diffidenza per il «diverso» forse nasce anche da qui.
Il sindacato Studenti per-Udu Padova parla di altri annunci dal contenuto razzista e omofobo contro stranieri, meridionali, gay, lesbiche, lavoratori, persone con problemi di salute e perfino «ciccioni», condannando con forza ogni forma di intolleranza. Un esempio? Ecco quello di una studentessa che ha cambiato casa da due settimane e che chiede l’anonimato perché sta aspettando il rimborso della caparra: «Una ragazza che voleva subentrare in camera mia mi ha detto che voleva trasferirsi con il suo fidanzato africano e mi ha chiesto se era un problema; ho riferito la domanda alla proprietaria e lei mi ha risposto che andava bene solo se il ragazzo era del Sudafrica, perché almeno quelli hanno la pelle bianca. Riferirlo alla ragazza è stato imbarazzante, ma il mio caso non è l’unico e anzi il fenomeno è diffuso». Il dibattito è aperto: «In quarant’anni non ho mai visto un annuncio con divieti ai meridionali – ribatte Polito -. Molti studenti vengono proprio dal Sud, nei loro confronti non c’è nessuna ostilità». «Di cartelli strani in giro non ne vedo, semmai ci sono regole non scritte – aggiunge Brombin -. Bisogna anche ricordare che il proprietario può scrivere quel che vuole e non deve rendere conto a nessuno della sua scelta; per assurdo, può anche specificare che non vuole veneti o persone senza capelli. In generale, chi cerca studenti non vuole i maschi perché fanno più casino delle femmine. E il vero problema non riguarda gli studenti ma un’altra fascia di inquilini: marocchini, tunisini e nigeriani fanno molta fatica a trovare casa perché la gente non si fida». «Non ho mai ricevuto segnalazioni esplicite di annunci contro gli omosessuali – commenta Luca Mistrello dell’associazione Antéros Lgbti -. Durante il colloquio nessuno dice il proprio orientamento sessuale, anche perché non è attinente. Semmai è capitato che il proprietario lo scoprisse in seguito: in qualche caso c’è stata un po’ di tensione e gli inquilini hanno ricevuto la richiesta di non portare a casa i loro partner».