Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Borseggiatori scatenati tra la folla Vigili travestiti da donna per fermarli
Rom, ragazze incinte e minori: già 82 fermati, ma solo un ladro su nove va in carcere
Nelle settimane del Carnevale si mimetizzano grazie a tabarro e tricorno, ma quando non ci sono le maschere non esitano a ripiegare su tacchi a spillo e parrucca pur di confondersi tra la folla e cogliere in flagrante i borseggiatori a caccia di turisti. La lotta degli agenti della polizia municipale contro i ladri di portafogli è ormai senza quartiere, e il 2017 segna il record: dall’inizio dell’anno sono stati bloccati 82 criminali, mentre a fine dicembre 2016 il numero si era fermato a 74 (nel 2015 erano stati una sessantina). Se i vigili specializzati sono costretti a ingegnarsi in ogni modo, le loro armi risultano comunque spuntate da una giustizia dispensata con il contagocce: su 82 fermati solo trenta sono infatti stati arrestati (i restanti denunciati a piede libero), e tra questi appena nove sono restano in carcere o ai domiciliari dopo la convalida del giudice.
I dati arrivano in risposta all’interpellanza della consigliera M5s Sara Visman che è tornata a chiedere conto agli assessori Renato Boraso e Giorgio D’Este delle attività intraprese dal Comune per arginare i cosiddetti «furti con destrezza» — a partire dai cartelli di avviso su pontili e mezzi Actv — ma la discussione ha offerto lo spunto per un bilancio complessivo sul fenomeno che vede Venezia ai vertici della classifica italiana delle denunce, assieme a Roma e Firenze. «L’attenzione è altissima — assicura il comandante della polizia locale Marco Agostini — ma è difficile fare più di così: abbiamo otto uomini addestrati, mentre la polizia di Stato ne conta uno solo e i carabinieri nessuno; le altre forze ci sostengono, ma non possiamo essere gli unici ad occuparci del problema». I vigili ha rafforzato la squadra inserendo anche due ragazze, un gruppo di soli uomini intimidisce, per questo gli agenti maschi spesso si devono vestire da donna. Sorprendere con le mani negli zaini dei turisti i borseggiatori non è comunque sufficiente, come spiega il commissario Gianni Franzoi: «Abbiamo a che fare con minorenni, giovani incinte, neomamme con bambini di pochi mesi che se
D’Este Numeri in aumento, useremo le telecamere nei “punti ciechi”
arrestate vengono raggiunte in centrale dall’amica con il figlio per la poppata, categorie che la legge tutela, ma che approfittano di queste normative per agire quasi impunemente. L’unico mezzo per fermarli è la misura detentiva, fogli di via, divieti di dimora o obblighi di firma non servono a nulla». Tra i denunciati figurano infatti 17 minori e persino sette ragazzini con meno di 14 anni, mentre sono solo quattro gli under 18 effettivamente arrestati: Oltre l’ottanta per cento dei borseggiatori è di sesso femminile, in gran parte bosniaci o croati di etnia rom (ma anche romeni, macedoni, italiani, georgiani e kossovari), che quasi tutti abitano nei campi di Roma e Milano, e vengono a Venezia «in trasferta», pagando per qualche giorno una camera in terraferma. Noti anche i luoghi più a rischio: piazzale Roma, Ferrovia, Rialto, in misura minore San Marco e terraferma. «Ho già in programma sopralluoghi in tutti i punti caldi, per verificare la presenza di eventuali “punti ciechi” da coprire con la videosorveglianza — assicura D’Este — Non si pensi però che basti una telecamera: serve certezza della pena».