Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
La marcia dei profughi. Boffi: situazione migliorata Gli ospiti dell’ex base militare di Conetta: andiamo a Venezia. Trattativa con la prefettura
Alle sette e mezza del mattino sono usciti dal centro di accoglienza e si sono incamminati verso la piazza di Conetta. A metà mattinata hanno incontrato il sindaco e un dirigente della prefettura. Alcuni sono rientrati per pranzo e gli altri, un centinaio, valigie alla mano si sono messi in marcia prima verso Cona e poi verso Venezia. «Conetta no buono», è lo slogan della protesta che un gruppo di richiedenti asilo ospiti all’ex base militare sta inscenando da lunedì mattina.
Due giorni per alzare la voce sulle condizioni della struttura, per chiedere che uno dei loro compagni al quale è stata revocata la misura di accoglienza rientri e per chiedere tempi più veloci per ottenere i documenti. «Il ministero dell’Interno deve guardare la nostra situazione» recitava uno dei cartelli che ieri il gruppo di profughi esibiva durante la manifestazione. «Accredito ogni forma di protesta civile che, sebbene porti qualche disagio (in qualche occasione i profughi hanno bloccato il traffico, ndr), abbia come obiettivo liberare la tendopoli dal nostro territorio», dice il sindaco di Cona Alberto Panfilio. Attualmente a sono ospitati 1.119 richiedenti asilo. «A luglio erano 1.400, siamo riusciti ad alleggerire le presenze in questi mesi — spiega il prefetto di Venezia Carlo Boffi —. E costantemente continuiamo a diminuire i numeri».
Ieri mattina il vicario del prefetto Sebastiano Cento ha incontrato i manifestanti per aprire un dialogo. Tra le richieste oltre alle condizioni all’interno del campo, il «reintegro» di un richiedente asilo che lunedì è stato spostato in un’altra struttura con un provvedimento emesso a causa di un’aggressione della quale si era reso protagonista in passato. «E’ un provvedimento sul quale non abbiamo potere perché è stato emesso dalla Commissione — continua il prefetto —. Sono stati spesi circa 70 mila euro per migliorare le condizioni infrastrutturali e tutte le ispezioni delle autorità, anche sanitarie, hanno avuto esito positivo». I manifestanti lunedì avevano fatto riferimento anche ad alcune stufette elettriche che il personale della cooperativa avrebbe eliminato. «E’ una questione di sicurezza — replica Simone Borile, di Ecofficina —. Ogni settimana verifichiamo se ci sono strumenti che possono mettere a rischio la sicurezza». I manifestanti nel pomeriggio, insoddisfatti, hanno dato vita a un corteo verso Venezia. Una «marcia» pacifica scortata dalla polizia e dai carabinieri.
«Le soluzioni le ha in mano la politica, che non ha mai fatto niente. Possiamo rassicurare le persone, ma quando le rassicuri da un anno e mezzo non ti credono più», dice il sindaco di Cona. Nel tardo pomeriggio il corteo si è rimesso in marcia ma si è fermato a Codevigo, all’imbocco della Romea, per motivi di sicurezza.