Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Via da questa prigione» Profughi in fuga, uno muore
Cona, decine in marcia. Investimento nel buio
Lunedì sera prima hanno bloccato il traffico, poi hanno raggiunto la piazza di Cona e, infine, nei giorni successivi hanno dato il via a una marcia verso Venezia. Hanno percorso 15 chilometri a piedi a suon di «Conetta no buono». E’ la marcia dei profughi dell’ex base militare, un corteo che è stato bloccato dalle forze dell’ordine a Codevigo. Proprio a Codevigo, a causa del buio, un dramma si è aggiunto alla giornata di tensione. Un migrante è stato investito e ucciso da un’auto.
Uno dei 150 migranti fermati ieri a Codevigo, nel Padovano, dopo la fuga dall’hub di Cona, è stato travolto e ucciso mentre era in bicicletta, a due passi dal piazzale della chiesa parrocchiale su cui i migranti si erano accampati per la notte.
Le prime ipotesi dicono che l’investitore, un uomo di 45 anni negativo all’alcol test che si è subito fermato a prestare soccorso, non avrebbe visto l’ivoriano di 35 anni perché la bicicletta era senza fanale ed era buio pesto alle 20.30 di ieri sera quando il migrante che viaggiava su via Argine sinistro è stato investito. Voleva raggiungere i compagni dell’ex base che protestano per le condizioni dell’hub e fino a ieri erano intenzionati a marciare su Venezia.
In serata il questore Vito Danilo Gagliardi è intervenuto spiegando che il piano di rientro dei migranti era già in corso con un pulmino fatto arrivare da Bagnoli fin dalle 18 e che aveva già disposto il divieto dell’uscita serale dal centro di Cona perché era pericoloso. «Dopo tutto il lavoro che abbiamo fatto insieme al prefetto, esprimo l’amarezza della polizia di Stato e della questura di Venezia per una morte che si poteva evitare. Sono liberi di andare dove vogliono, ma non di notte e in corteo. - ha detto Gagliardi - Uno di loro è morto perché c’è gente che approfitta della loro semplicità. Sono due giorni che prendono freddo perché forse qualcuno li convince che facendo così otterranno qualcosa».
Lunedì mattina l’inizio della protesta dei migranti che hanno deciso di raggiungere a piedi lungo la Romea la prefettura di Venezia. Il corteo è stato bloccato dalle forze dell’ordine a Codevigo, all’imbocco della Romea, per motivi di sicurezza. Ieri, dopo aver trascorso la notte a bordo di due autobus, sono stati raggiunti dal prefetto Carlo Boffi ma nemmeno le sue rassicurazioni sono servite.
All’interno dell’ex base militare di Conetta sono ospitati 1.119 richiedenti asilo contro i 1.400 di luglio e sono stati investiti circa 70mila euro per migliorare le condizioni del centro. Una struttura che, secondo gli ospiti, non è adatta a trascorrere l’inverno.
Martedì è arrivato il vicario del prefetto, Sebastiano Cento, per aprire un dialogo. Ma è stato inutile. Ieri mattina chi stazionava a Codevigo ha incontrato Boffi e il questore Vito Danilo Gagliardi, gli altri hanno bloccato l’ingresso al centro di accoglienza. Boffi ha cercato di rassicurarli ma i profughi hanno scelto di continuare la loro marcia. Nel pomeriggio sono stati raggiunti da altri 30 ospiti della struttura. C’è chi è arrivato a piedi e chi in bicicletta, quasi tutti con le valigie. «Noi – dicono – a Cona non vogliamo tornare».