Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Veneto Strade, 3 Province su 7 annunciano la cessione delle quote
I sindacati: «Serve una nuova società per salvare i dipendenti»
PADOVA Il direttivo Upi Veneto, riunitosi ieri a Padova, è arrivato a una conclusione. Tre province (Verona, Vicenza e Rovigo) cederanno le loro quote alla Regione. Nuovo assetto societario quindi per Veneto strade che, al momento, è diviso tra Province (50%), Regione (30%) e autostrade (20%). Esclusa Belluno, le convenzioni tra la società e i capoluoghi erano cessate.
«Confermo la nostra decisione di alienare la quota in Veneto Strade – ha affermato Achille Variati, presidente della provincia di Vicenza – Per la manutenzione delle strade ci serviamo infatti della società “Vi.abilità”». Veneto Strade aveva chiesto l’uscita delle Province dalla società in modo da avere la maggioranza e far rientrare nel lungo periodo Anas.
La perizia fatta da Praxi sulle quote azionarie non era però stata accolta dai presidenti delle Province che avevano chiesto una contro-perizia arrivata proprio in questi giorni. Ieri la notizia che Verona, Rovigo e Vicenza cederanno la loro quota.
«Si può così dare il via all’operazione di riassetto societario voluta dalla Regione e da Anas per dare un futuro strutturale alle strade del Veneto – ha commentato Roberto Padrin, presidente della provincia di Belluno – Noi non dobbiamo vendere nulla. Teniamo la nostra partecipazione del 7,14% all’interno di Veneto Strade». Padrin, che si era dichiarato disposto a vendere parte della quota azionaria, ha espresso soddisfazione per il risultato. Se tutto filerà liscio la provincia di Belluno dovrà pagare circa 9 milioni di euro per la manutenzione delle rete viaria, contro i 15 milioni di quest’anno.
Silvano Vernizzi, amministratore delegato di Veneto Strade frena però gli entusiasmi. «A quali condizioni vendono le loro quote? – ha domandato Vernizzi – Occorre valutare con attenzione. Oggi ( ieri per chi legge, ndr) ho proposto al consiglio di amministrazione di inviare una lettera a Regione e Provincia di Belluno affinché garantiscano, entro il 31 dicembre, rispettivamente 30 e 15 milioni di euro per l’attività 2018. Salvo modifiche dell’ultimo momento dell’assetto societario». Il tempo sta per scadere. Entro fine novembre il Governo darà il via libera alla riclassificazione delle strade. E poi occorreranno i decreti amministrativi.
I quattro soci (Serenissima spa, Autostrade per l’Italia spa, Autovie Venete e A4 holding spa) che detengono il 20% della società non hanno ancora deciso cosa fare. Inizialmente era stata espressa la volontà di uscire da Veneto Strade, poi ritirata in attesa della perizia dell’Upi. Intanto si muovono anche i sindacati. «Prendiamo atto dell’uscita delle tre Province e della possibilità della Regione di avere la maggioranza – ha dichiarato Alessandra Fontana, segretaria della Filt Cgil – Ci siamo opposti fino alla fine ma è andata così. Chiediamo alle Province di deliberare il prima possibile e cedere le quote in modo da accelerare le trattative. Però non abbassiamo la guardia. I posti di lavoro rimangono a rischio fino a che non si realizza la nuova società».