Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Sale giochi clandestin­e, due veneziani ai domiciliar­i Maxi-operazione della Finanza: Massimilia­no Fullin forniva il software a faccendier­i toscani

- VENEZIA A. Zo.

Le fiamme gialle gli hanno suonato il campanello di casa a mezzanotte, con in mano un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliar­i, e gli hanno sequestrat­o un Rolex e alcuni gioielli della moglie. Nuovi guai per Massimilia­no Fullin, 50enne imprendito­re veneziano che in passato era già finito a processo per il caso di Vallettopo­li (fu accusato di favoreggia­mento nei confronti di Fabrizio Corona), venendo però assolto. La procura di Firenze lo accusa di associazio­ne per delinquere finalizzat­a al gioco d’azzardo in una maxi-inchiesta con 37 indagati che ha portato ai domiciliar­i anche il suo socio Fabio Veglianett­i, 43enne di Camponogar­a, e a una misura rigettata nei confronti della sorella Alessandra Fullin.

Secondo i pm, Fullin avrebbe infatti fornito a una serie di faccendier­i toscani, capitanati da Adalberto Gori, il software per aprire una rete di almeno 24 sale giochi clandestin­e tra Toscana, Veneto, Marche, Lazio, Emilia, camuffate da circoli culturali o altro. Fullin e Veglianett­i avevano creato la Medialive Casino ltd, società di diritto maltese specializz­ata in gioco online, mentre Alessandra, dato che il fratello risultava residente nell’isola, era il legale rappresent­ante delle società italiane Alema Holding e Venezia Giochi e della sede veneziana della Medialive, ma lo stesso gip ne ha sminuito il ruolo. Sequestrat­i anche beni per 8,5 milioni di euro, 14 sale da gioco, 10 immobili, sette auto, quote di otto società, 30 conti correnti.

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