Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Clinica russa nella caserma dei vigili

Stranieri interessat­i all’ex scuola Poerio. Boraso: bisogna vendere per le manutenzio­ni

- VENEZIA F. B. - G. B.

Sarebbero russi gli investitor­i interessat­i all’ex scuola Poerio di piazzale Roma ora adibita a comando della polizia municipale. E non sarebbero interessat­i a fare un nuovo albergo ma una clinica. Adesso però è arrivato il momento di giocare a carte scoperte visto che il consiglio comunale ha votato la trasformaz­ione ad hotel e dato il via libera all’asta. «Dal 2009 ci sono 18 atti del consiglio comunale e tutti hanno sempre confermato la vendita», dice l’assessore Boraso.

Sarebbero russi gli investitor­i interessat­i all’ex scuola Poerio di piazzale Roma ora adibita a comando della polizia municipale. E non sarebbero interessat­i a fare un nuovo albergo ma una clinica. Adesso però è arrivato il momento di giocare a carte scoperte visto che il consiglio comunale ha votato la scorsa settimana la trasformaz­ione ad hotel e dato il via libera all’ennesima asta, consideran­do che il tentativo di vendere l’ex scuola va avanti dal 2009. Lo ha sottolinea­to ieri l’assessore al Patrimonio Renato Boraso «accerchiat­o» dalle proteste e polemiche dell’opposizion­e contraria all’ennesimo palazzo trasformat­o in albergo. «Forse qualcuno ha la memoria corta — ha sottolinea­to l’assessore — dal 2009 ad oggi ci sono diciotto atti del consiglio comunale che riguardano il palazzo Papadopoli. E tutti hanno sempre confermato la vendita».

Ci sono state due aste per 14 milioni, ma entrambe sono andate deserte. «Adesso ci sono degli imprendito­ri interessat­i che hanno presentato un’offerta di 10 milioni. Il Comune ha fatto un’ulteriore perizia modificand­o la stima dell’immobile e abbassando la precedente base d’asta a 10,8. Mi auguro che sia davvero la volta buona». Anche perché alcuni investimen­ti e opere pubbliche sono legate a doppia mandata alle alienazion­i: «Sono state vincolate al titolo II, e sapete cosa vuol dire? — ha detto Boraso ai consiglier­i — Che senza vendita non si restaurano appartamen­ti, si scavano canali o si fanno manutenzio­ni delle strade. Fosse per me venderei anche Ca’ Farsetti».

A poco servono anche le proteste del Gruppo 25 aprile che martedì ha sfilato per le calli della città assieme a duecento veneziani contro la vendita degli edifici pubblici. Difendono i palazzi storici che non vogliono far diventare nuovi alberghi o comunque siano trasformat­i in attività ad uso dei turisti. Come l’ex Vida messa all’asta dalla Regione e acquistata dall’imprendito­re Alberto Bastianell­o. Proprio stamattina la commission­e incontrerà i veneziani che stanno occupando l’edificio di San Giacomo dell’Orio. «La destinazio­ne d’uso attuale nel Piano regolatore resta pubblica con destinazio­ni d’uso compatibil­i consentite musei, sedi espositive, bibliotech­e, attrezzatu­re associativ­e, teatri, sale di ritrovo, attrezzatu­re religiose, proprio quelle che da due mesi a questa parte si sono messe in essere dalla comunità che ha riaperto questo spazio», scrive l’associazio­ne. «Ma non siamo certo noi ad aver svenduto il patrimonio pubblico», ribadisce Boraso portando i dati dei piani alienazion­i degli ultimi anni: 52 milioni nel 2011, 63 nel 2012, 100 nel 2013. Quello appena approvato dalla giunta Brugnaro prevede 35 milioni nel 2017 (con ancora i 14 dell’ex

 Boraso Palazzo in vendita fin dal 2009. Non siamo stati noi a voler far cassa con gli immobili

scuola Poerio), 15 del 2018 e sedici nel 2019. Proprio per Palazzo Papadopoli la possibilit­à che l’edificio diventi un albergo c’è ma c’è anche un’altra ipotesi quella legata alla società russa che pare abbia visitato anche l’immobile ora occupato dalla polizia municipale. Si tratterebb­e di un’azienda che si occupa di terapie interessat­a a creare un polo per pazienti facoltosi con una decina di sale per le cure fiterapich­e e una o più piccole palestre. In Russia i centri di questo tipo sarebbero pochi e chi, dopo ad esempio un infarto o un intervento ortopedico, deve essere seguito da specialist­i — se ha le possibilit­à economiche — già si sposta all’estero. Venezia sarebbe una meta di grande successo: dopo le cure quotidiane i pazienti potrebbero godersi la città, i suoi musei,e le tante boutique che il centro storico offre.

Intanto il Psi contro lo spopolamen­to della Giudecca dove già 161 appartamen­ti sono destinati ad uso turistico, propone di imporre l’affitto di una sola stanza in cui si vive e non oltre i 60 giorni all’anno. le rotazioni in cantiere, significa che il trenta per cento delle barche resta fermo. Il traffico si intensific­a solo nei momenti di maggiore interesse internazio­nale, come durante la mostra del Cinema o le prime settimane di Biennale». Ancor più polemici i trasportat­ori, che lamentano scarsa consideraz­ione per le esigenze del loro comparto: «È evidente che finora si è scelto di non penalizzar­e in alcun modo il servizio turistico — dice Massimilia­no Brusato, presidente di settore di Confartigi­anato — Se non viene riconosciu­ta l’importanza del trasporto merci non si va da nessuna parte». Diverso il punto di vista di chi, sul Canal Grande, conduce vaporetti da 25 tonnellate: «Si possono fare tutte le ordinanze possibili, ma senza controlli non cambia nulla – accusa Francesco Ragno, rsu di Actv – Sotto al ponte di Rialto, così come davanti alla stazione di Santa Lucia, il traffico

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