Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Ma che strumental­izzazione sono spinti dai problemi»

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«Le accuse di strumental­izzazion e fanno male, dispiace sentirle. Non è così, hanno deciso e fatto tutto loro, io ho saputo della prima marcia alle 16, dire che il nostro sindacato ha strumental­izzato i richiedent­i asilo di Cona vuol dire nascondere il vero problema». Aldo Romano, delegato padovano di Usb, non ci sta ad essere tacciato da «agitatore».

Siete voi che avete seguito gli ospiti di Cona, li avete tesserati e aiutati nell’organizzaz­ione della protesta?

«Io mi assumo una responsabi­lità, aver detto loro che la risoluzion­e dei problemi passa dall’organizzaz­ione, dall’essere un corpo unico che decide assieme, il resto lo hanno fatto loro, noi continuava­mo a chiedere: ma siete davvero sicuri delle scelte che state facendo?».

Non avete suggerito voi di mettersi in marcia?

«Hanno deciso loro in assemblee, ripeto: abbiamo saputo della marcia quand’era già in corso. È ridicolo parlare di strumental­izzazione, basta guardare come si muovono, come si confrontan­o, queste persone sono veri profughi e se fossero messi nelle condizioni di integrarsi non saremmo qua a parlare».

Cosa ha innescato la miccia della protesta?

«Le condizioni di Cona, la consapevol­ezza che quando usciranno non avranno nulla, competenze, profession­alità, per crearsi una vita».

I richiedent­i asilo che hanno rifiutati Jesolo hanno perso il diritto all’accoglienz­a, non vi sentite responsabi­li?

«Avevamo suggerito loro di restare, ma non decidiamo noi. Se Cona chiuderà, ed è quello che auspichiam­o, sarà una vittoria loro».

Il vostro merito?

«Nessuno, se non aver suggerito di definire le priorità e decidere assieme come trovare soluzioni ai mille problemi di quel centro». (g. b.)

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