Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
L’ospedale del futuro è take-away «Senza letti e ipertecnologico»
Zaia all’Angelo: ammodernate tutte le apparecchiature radiodiagnostiche
Un take-away per indagare, diagnosticare, curare e ritornare a casa in giornata. L’ospedale del futuro è senza letti. O almeno è la direzione dove sembra puntare l’ospedale mestrino dell’Angelo, che fa un passo verso la meta rinnovando tutto il parco macchine radiologico. Ipertecnologia, velocità ed efficienza: un sogno condiviso dal governatore Luca Zaia, che ieri mattina si aggirava tra una grande apparecchiatura e l’altra all’interno degli ambulatori di radiologia e neuroradiologia. «È questo il futuro della sanità - prevede - tecnologia, letti ad alta specializzazione e deospedalizzazione. L’ospedale del futuro, in realtà, è un ospedale senza letti». Un’aspirazione, quella di Zaia, che a Mestre potrebbe scontrarsi con l’esigenza di arricchire e ampliare il pronto soccorso dell’Angelo: «Perché no? dice il presidente del Veneto Se la cosa è fattibile, non ho assolutamente nessuna preclusione quando si tratta di potenziare strutture per curare i cittadini. Per quanto riguarda la logistica sarà il direttore dell’Usl 3 Giuseppe Dal Ben a farci una proposta».
Nel frattempo venti apparecchi diagnostici nuovi di zecca hanno messo piede nel seminterrato dell’Angelo al costo di sei milioni di euro. Un altro milione e mezzo è servito all’adeguamento strutturale. Il cantiere, concluso in una manciata di mesi, ha deciso la destinazione di due nuove risonanze magnetiche ad elevato campo, tre tac multislice, quattro scheletriche digitali, tre telecomandati digitali, un ortopantomografo digitale, un mammografo digitale con tomosintesi, due portatili con trasmissione dei dati wifi, un ecografo e altre strumentazioni per il polo radiologico del Pronto Soccorso.
Una tac multistrato è stata azionata sotto gli occhi di Zaia a una velocità quattro volte superiore rispetto a quella che ha sostituito. «Questo tour rassicurerà i cittadini sulla qualità della diagnosi e delle cure - ha commentato osservando ogni macchinario - siamo arrivati al punto di doverci chiedere dove dovremmo fermarci nella diagnosi. Queste risonanze magnetiche sono così precise che sono in grado di trovare sempre qualcosa».
Oggi le 136 mila prestazioni annue (questo il numero del 2016) sono state depurate da gran parte della strumentazione radiologica che l’ospedale mestrino aveva in dotazione dall’inizio della sua attività, otto anni fa. Al loro posto, fa sapere il direttore dell’Usl 3 Giuseppe Dal Ben, «sono arrivati strumenti diagnostici che abbracciano lo standard delle più moderne tecnologie presenti sul mercato». Macchinari che promettono il miglioramento delle indagini neuroradiologiche, sulle patologie prostatiche, gastrointestinali e mammarie. Esami cardiologici e vascolari più precisi. Ma ci sarà anche una riduzione, in molti casi, delle irradiazioni subite dal paziente nel corso degli esami. E poi è arrivata la completa digitalizzazione delle procedure per la consultazione simultanea dei referti da parte degli specialisti. Una rivoluzione che coinvolge, oltre agli utenti, 20 medici, 40 tecnici, 12 infermieri e 6 tra operatori sociosanitari e tecnici.
Questo smentisce, secondo Zaia «i manifesti di alcuni medici di base, posti negli ambulatori, che hanno scioperato e che sostenevano che chi governa la sanità la sta distruggendo. Non è assolutamente così». E riguardo ai nuovi scioperi annunciati per dicembre usa la linea morbida: «Siamo disposti a dialogare, basta che l’atteggiamento sia costruttivo e i medici di famiglia ci facciano finalmente una lista di richieste chiare».