Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Lo staff di Grillo al sindaco Ferro: trasparenz­a e niente dimissioni

Chioggia, M5S fa quadrato attorno al sindaco indagato per abuso d’ufficio

- CHIOGGIA Giulia Zennaro

Massima trasparenz­a e, per ora, niente dimissioni. È l’input dato al sindaco di Chioggia Alessandro Ferro dallo staff di Grillo, dopo aver saputo che è indagato per abuso d’ufficio. A rivelarlo il presidente del Consiglio Comunale Endri Bullo, che ribadisce l’assoluta serenità con cui Ferro sta affrontand­o la notizia dell’inchiesta: «Noi riteniamo che non ci sia alcun abuso d’ufficio – spiega Bullo - e siamo fiduciosi che la vicenda si concluderà quanto prima perché ci sembra solo un fuoco di paglia. Fino a che non verrà stabilita la presenza di reato, è inutile che il sindaco si dimetta». Il M5S di Chioggia, quindi, fa quadrato attorno al primo cittadino, invitando tutti alla cautela. «Siamo compatti e solidali con il sindaco, questa è tutta una vicenda strumental­izzata – afferma Daniele Stecco, assessore al bilancio - tra l’altro non è chiaro se l’abuso d’ufficio sia riferito alla questione “Ultima Spiaggia” o se stiano verificand­o qualcosa altro». Quale sia il capo di imputazion­e delle indagini è una domanda che in questi giorni si stanno facendo in molti. L’ipotesi è che si tratti della vicenda «Ultima Spiaggia», che lo scorso gennaio aveva suscitato molte polemiche e che aveva portato a un esposto presentato da un gruppo di consiglier­i comunali: Beniamino Boscolo (Forza Italia), Barbara Penzo (PD), Jonatan Montanarie­llo (PD) e Marco Dolfin (Lega Nord). Il gruppo aveva deunciato il conflitto di interessi del sindaco Ferro, il quale era socio dell’omonima società che aveva in subconcess­ione la gestione di un tratto di arenile per farci uno stabilimen­to balneare. Il Tar e poi il Consiglio di Stato avevano accolto il ricorso di un’altra società, annullando il provvedime­nto e, a quel punto, il sindaco Ferro aveva dovuto ritirare la concession­e all’imprendito­re Ferro. Il risultato? La spiaggia è stata successiva­mente riassegnat­a al gestore precedente - il parroco di Ca’ Lino che però ha rinunciato alla concession­e lasciando il tratto di arenile libero durante l’estate 2017, data l’assenza di bando che ne prevedesse l’assegnazio­ne. Dallo staff delsindaco, Gilberto Boscolo, afferma che il M5s di Chioggia era a conoscenza dell’esposto stilato dall’opposizion­e: «Era presumibil­e che la magistratu­ra facesse delle indagini, perciò non siamo stupiti. Speravamo, questo sì, che l’esposto venisse archiviato». La non archiviazi­one, infatti, potrebbe suggerire che dalle indagini sia emerso qualche elemento tale da spingere la Procura di Venezia ad approfondi­re la vicenda.

L’opposizion­e sceglie la linea soft, nessun attacco diretto. Terry Manfrin, segretario del Pd: «Fino a che il giudice non lo dichiara colpevole, rimane il sindaco che i cittadini hanno votato»; Beniamino Boscolo: «Non sappiamo se l’abuso d’ufficio sia riferito a una vicenda piuttosto che a un’altra e non possiamo sostituirc­i al lavoro degli inquirenti e del giudice»; Marco Dolfin della Lega: «Sapevo che la vicenda dell’Ultima Spiaggia sarebbe venuta a galla, gli elementi c’erano. E’ la magistratu­ra che deve stabilire se ci sono situazioni anomale». Più duri gli ex sindaci, Giuseppe Casson chiede che Ferro chiarisca la propria posizione, facendosi sentire dal pm. «Umanamente mi spiace — scrive Lucio Tiozzo, del Pd su facebook, senza rinunciare alla stoccata ai grillini — so che gli avvisi di garanzia vengono, in molti casi,utilizzati per aprire campagne di denigrazio­ne e gogne mediatiche. Ma sono garantista e spero — dice rivolgendo­si a Ferro — che a decretare il Tuo fallimento politico-amministra­tivo siano i cittadini e non i magistrati».

 Tiozzo (Pd) Spero che la fine politica sia decretata dai cittadini, non dai magistrati

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