Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Veloce, a giudizio per naufragio

- VENEZIA E. Bir.

Quella mattina la nebbia era fitta e lui, oltre a non aver rispettato il limite di velocità, secondo l’accusa non aveva neppure i radar anti nebbia. Ora dovrà rispondere del naufragio che ha causato. Il pm Francesca Crupi ha chiuso le indagini sull’incidente nautico del 3 febbraio scorso a Murano. Quel giorno, intorno alle cinque e mezza, a scontrarsi furono un barchino lungo nove metri e un battello Actv. A causa dello schianto, avvenuto tra i canali Bisatto e Carbonera, il barchino si ribaltò e il conducente, un giovane veneziano, finì in acqua. Fu decisivo l’intervento dell’equipaggio del vaporetto che si fermò a soccorrerl­o e lo mise in salvo. E anche quello dei vigili del fuoco, che qualche ora dopo recuperaro­no la sua imbarcazio­ne, affondata a circa 50 metri dal luogo dell’incidente. Non ci furono gravi conseguenz­e visto che nessuno rimase ferito, ma lo schianto rischiò di finire in tragedia. Secondo la procura quella mattina, viste le condizioni meteo, il conducente del barchino avrebbe dovuto moderare la velocità. E, invece, viaggiava oltre il limite. La visibilità era scarsa a causa della nebbia e il veneziano, accusato di aver provocato il naufragio, non aveva gli strumenti radar adatti per uscire con la barca. Per il conducente del battello di Actv, invece, è stata chiesta l’archiviazi­one.

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