Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Non minacciò agli islamici, assolto

- MESTRE E. Bir.

Era lì, ma non c’entrava niente. Non è stato lui ad essere uscito di casa con un bastone e non è entrato nel centro islamico di via Paolucci a Marghera pronuncian­do frasi a sfondo razziale. Stefano Peresin, ventenne di Spinea, ieri è stato assolto dall’accusa di violenza privata aggravata dall’essere stata commessa con finalità di discrimina­zione razziale e religiosa. Secondo il giudice, il giovane non ha commesso il fatto. Peresin l’11 luglio 2015 si trovava nell’area del centro di preghiera, nella zona della Cita, dove è stato identifica­to insieme a tre minorenni, nei confronti dei quali sta procedendo la procura dei minori. Secondo l’accusa, il giovane era entrato nel centro islamico interrompe­ndo i bengalesi che stavano pregando durante il Ramadan rivolgendo loro insulti come «Siete m…» o «Tornate al vostro paese» minacciand­oli. Le frasi avevano costretto i bengalesi a interrompe­re la preghiera e a chiamare la polizia. Secondo l’accusa il ragazzo aveva inoltre portato da casa un bastone. La difesa, rappresent­ata dall’avvocato Marino De Franceschi, aveva sostenuto che Peresin si trovasse in zona ma che non fosse coinvolto nel blitz. La sua unica colpa sarebbe stata quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. La sentenza ha dato ragione a Peresin, ma le motivazion­i saranno depositate nelle prossime settimane.

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