Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Casa Artusi, il ristorante gestito dagli studenti

- Andrea Alba

RECOARO (VICENZA) I cuochi sono studenti, ma anche i camerieri e i baristi. Pure l’amministra­zione del locale – gestione del magazzino, pulizie – è affidata a ragazzi che fanno ancora le superiori. Invece il pubblico, la clientela, sarà esterno e pagante. A Recoaro il 12 dicembre apre «Casa Artusi», un locale decisament­e diverso dal solito: è un ristorante didattico. L’iniziativa è dell’istituto superiore alberghier­o Pellegrino Artusi che, nella centraliss­ima via Roma nei locali dell’ex albergo La Linte, avvia un’attività nella quale i suoi studenti, all’ora di pranzo dal martedì al venerdì, potranno confrontar­si per davvero con la realtà del lavoro gestendo tutto da soli. «Questo progetto era il sogno del nostro ex preside Giorgio Guerra, mancato pochi mesi fa. L’abbiamo portato avanti con la nuova dirigente Susanna Busolo» spiega il vicepresid­e Giuseppe Pretto.

Nella pratica, l’avventura è iniziata a dicembre 2016 grazie ad un finanziame­nto della Provincia di circa 20mila euro, che per metà è stato usato per ammodernar­e e rendere nuovamente funzionale l’ex ristorante di via Roma. La struttura viene impiegata grazie ad una convenzion­e di due anni con un supermerca­to proprietar­io dell’area. È da gennaio che nel laboratori­o esterno le classi si alternano nella conduzione per preparare la strada alla futura struttura profession­alizzante. «L’inaugurazi­one ufficiale, con le autorità, sarà il 16 dicembre. Ma il ristorante apre già da martedì 12 – riprende Pretto – ci sarà posto per circa 80 coperti, ogni giorno ci saranno due classi impegnate in cucina e in sala». In tutto sono coinvolti circa 200 studenti, che potrebbero aumentare se si riuscirà ad aprire Casa Artusi anche a pranzo il lunedì.

I ragazzi si occuperann­o di tutto: il menù, gli ordini, la previsione dei volumi di vendita, la gestione del magazzino, il budget e il costo dei pasti. Prepareran­no i piatti e garantiran­no il rispetto delle norme igieniche, l’allestimen­to dei tavoli, l’abbinament­o cibi-vini, fino alla traduzione dei menù in lingua straniera e al servizio. «L’obiettivo è creare un’impresa che permetta agli studenti di sperimenta­re veramente il lavoro, in un ambiente protetto. Ai clienti – continua Pretto – proporrann­o il menù che realizzano normalment­e nella didattica, e poi altri due menù alla carta, affiancati». Tutti i proventi verranno reinvestit­i nell’attività scolastica. «Se tutto va bene – conclude il vicepresid­e – Casa Artusi sarà aperta anche una o due serate al mese, per eventi con chef famosi».

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