Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Casa Artusi, il ristorante gestito dagli studenti
RECOARO (VICENZA) I cuochi sono studenti, ma anche i camerieri e i baristi. Pure l’amministrazione del locale – gestione del magazzino, pulizie – è affidata a ragazzi che fanno ancora le superiori. Invece il pubblico, la clientela, sarà esterno e pagante. A Recoaro il 12 dicembre apre «Casa Artusi», un locale decisamente diverso dal solito: è un ristorante didattico. L’iniziativa è dell’istituto superiore alberghiero Pellegrino Artusi che, nella centralissima via Roma nei locali dell’ex albergo La Linte, avvia un’attività nella quale i suoi studenti, all’ora di pranzo dal martedì al venerdì, potranno confrontarsi per davvero con la realtà del lavoro gestendo tutto da soli. «Questo progetto era il sogno del nostro ex preside Giorgio Guerra, mancato pochi mesi fa. L’abbiamo portato avanti con la nuova dirigente Susanna Busolo» spiega il vicepreside Giuseppe Pretto.
Nella pratica, l’avventura è iniziata a dicembre 2016 grazie ad un finanziamento della Provincia di circa 20mila euro, che per metà è stato usato per ammodernare e rendere nuovamente funzionale l’ex ristorante di via Roma. La struttura viene impiegata grazie ad una convenzione di due anni con un supermercato proprietario dell’area. È da gennaio che nel laboratorio esterno le classi si alternano nella conduzione per preparare la strada alla futura struttura professionalizzante. «L’inaugurazione ufficiale, con le autorità, sarà il 16 dicembre. Ma il ristorante apre già da martedì 12 – riprende Pretto – ci sarà posto per circa 80 coperti, ogni giorno ci saranno due classi impegnate in cucina e in sala». In tutto sono coinvolti circa 200 studenti, che potrebbero aumentare se si riuscirà ad aprire Casa Artusi anche a pranzo il lunedì.
I ragazzi si occuperanno di tutto: il menù, gli ordini, la previsione dei volumi di vendita, la gestione del magazzino, il budget e il costo dei pasti. Prepareranno i piatti e garantiranno il rispetto delle norme igieniche, l’allestimento dei tavoli, l’abbinamento cibi-vini, fino alla traduzione dei menù in lingua straniera e al servizio. «L’obiettivo è creare un’impresa che permetta agli studenti di sperimentare veramente il lavoro, in un ambiente protetto. Ai clienti – continua Pretto – proporranno il menù che realizzano normalmente nella didattica, e poi altri due menù alla carta, affiancati». Tutti i proventi verranno reinvestiti nell’attività scolastica. «Se tutto va bene – conclude il vicepreside – Casa Artusi sarà aperta anche una o due serate al mese, per eventi con chef famosi».