Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Omicidio Armando, assolte le figlie (23 anni dopo)

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VERONA Sono state assolte per non aver commesso il fatto le due figlie e altri due imputati nel processo-bis per l’omicidio di Maria Armando, l’infermiera di 42 anni che il 21 febbraio 1994 venne uccisa a coltellate nella sua casa a San Bonifacio (Verona). Un «cold case», riaperto dalle indagini dei carabinier­i, che aveva già portato alla condanna all’ergastolo della padovana Alessandra Cusin, amica di una delle due figlie della vittima. La sentenza a suo carico è diventata definitiva dopo la conferma in Cassazione ma ora il suo avvocato annuncia che chiederà la revisione del processo.

Erano state proprio le rivelazion­i di Alessandra Cusin, fatte nel 2008 con il fidanzato, a far ripartire le indagini e a portare a un secondo troncone di processo. Nel corso dell’inchiesta, aveva poi fornito versioni diverse. Oggi, la Corte d’assise di Verona, presieduta da Marzio Bruno Guidorizzi, ha assolto le due figlie della vittima, Katia e Cristina Montanaro, l’ex fidanzato di quest’ultima Salvador Versaci, e l’amica Marika Cozzula.

Il pm, Giulia Labia, aveva chiesto quattro ergastoli secondo l’accusa, ad armare la mano delle figlie sarebbe stato l’interesse a entrare in possesso della casa della madre per poi venderla e dividere l’incasso. I due fratelli della vittima si erano costituiti parte civile e il loro legale ha annunciato l’intenzione di ricorrere in appello. (e. p.)

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