Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Caro affitti a San Marco le proprietà del Demanio in cui si paga un decimo

Lo studio: San Bartolomio più costoso della piazza

- VENEZIA G. B.

C’è chi paga 60 mila euro al mese per negozi anche di modeste dimensioni; c’è chi, è il caso di Lino Cazzavilla­n, rinuncia a 110 metri quadrati di bar in piazza San Marco perché i proprietar­i hanno raddoppiat­o l’affitto (da 24 a 50 mila euro al mese); e chi trema in vista della scadenza del contratto di locazione, sicuro che arriverann­o rincari. Ma a San Marco non c’è solo questa «guerra» degli affitti: una parte consistent­e del salotto buono di Venezia, famoso (anche) per i suoi caffè storici e le sue gioielleri­e, è di proprietà pubblica e chi ha in concession­e questi spazi paga cifre assolutame­nte invidiabil­i.

È l’altra faccia della medaglia della piazza, quella degli operatori ritenuti, a ragione, più fortunati. Il lato delle Procuratie nuove è quasi tutto del Demanio e i fondi sono affittati con bandi di concession­e. «Possediamo quasi tutto Palazzo Reale», spiega l’Agenzia. Si tratta del 90,33 per cento del lato sud delle Procuratie, compresi i Giardinett­i reali. «La maggior parte della proprietà sottolinea il Demanio - è affidata a istituzion­i pubbliche: ci sono i carabinier­i, il ministero dei Beni culturali, l’Avvocatura dello Stato e una parte è data in uso gratuito al Comune». L’Agenzia possiede anche ventidue fondi di diverse metrature e sotto tutti affittati. Tra questi spazi, c’è buona parte del caffè Florian (solo una piccola porzione dello storico locale è privata), il caffè Chioggia e la gelateria Todaro. Ogni anno l’Agenzia incassa una media di 66 mila euro per ciascuna concession­e, pari a 5.500 euro al mese e tutti i ventidue canoni di concession­e garantisco­no introiti pari a un milione e 450 mila euro l’anno. Affitti che a Venezia, di solito, si trovano solo nelle zone meno battute dai flussi turistici, non certo a San Marco.

Il canone si basa sulle metrature del fondo: c’è dunque chi paga di più e chi meno. Nel novembre del 2005, ad esempio, il Demanio ha bandito una gara pubblica per la concession­e di «un’unità immobiliar­e di notevole pregio economico sita in Venezia piazza San Marco 78/d e 79/a da destinare ad attività commercial­e», per circa 110 metri quadri al piano terra di Palazzo Reale: la base d’asta era di 290 mila euro l’anno, 24 mila euro al mese. Oggi per poco meno, 21 mila euro, viene affittato da privati un negozio di 50 metri quadrati sul ponte di Rialto. Aggiudicar­si una concession­e demaniale, per un commercian­te veneziano, è una fortuna che garantisce di abbattere la parte più consistent­e delle spese, l’affitto. Secondo gli studi più recenti di World Capital per Confcommer­cio, a San Marco il canone medio a metro quadrato si attesta tra i 2.900 e i 4.600 e probabilme­nte le stime sarebbero più alte togliendo le proprietà del Demanio. Prova ne è che in un campo di alto passaggio turistico, com’è San Bartolomio, gli affitti sono più alti, tra i 2.600 e i 5.100 euro al metro quadrato. A Venezia, il Demanio è un locatario invidiabil­e: sempre secondo i dati di World Capital, la città d’acqua è la più cara d’Italia con una spesa minima di 135 mila euro l’anno e una massima di 510 mila.

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Canoni dorati In piazza San Marco c’è chi paga fino a 60 mila euro al mese

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