Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Venezia, riapriamo il laboratori­o del centrosini­stra e opposizion­e continua»

- Mo.Zi.

Salamon ha anche avuto delle esperienze politiche, facendo anche per alcuni mesi da portavoce al sindaco Massimo Cacciari all’inizio del suo primo mandato nel 1993

Primo comma: d’ora in poi, fare opposizion­e continua al sindaco di Venezia Brugnaro sulle promesse elettorali non mantenute, il degrado di Mestre, i morti per droga, i mezzi pubblici che traboccano, la sfilza di negozi chiusi e desolati. Secondo: togliere la muffa e dare aria al laboratori­o del centrosini­stra da troppo tempo chiuso e infestato dai fantasmi del passato e dallo strappo di Mpd. Terzo: riconnette­re il Pd locale a quello nazionale perché se 200 iscritti negli ultimi mesi se ne sono andati è anche perché il senso di irrilevanz­a della militanza ha spaccato il Partito Democratic­o più di quanto non abbia fatto la scissione di Articolo1 (partito evocato in tutti gli interventi). Da questi tre pilastri scanditi dal nuovo segretario Giorgio Dodi (nella foto), il Pd di Venezia è ripartito nella prima assemblea post congresso. Dieci anni di militanza nel Psi, si è iscritto ai dem nel 2015 dopo la sconfitta del centrosini­stra contro Brugnaro; 43 anni, orlandiano con piglio unitario, prende il testimone da Maria Teresa Menotto «che ha portato la nave in salvo in porto» e ora «bisogna ripararla». L’assunto è che tutte le correnti devono mettersi al lavoro per medicare un Pd ridimensio­nato da scissioni annunciate e silenti e e plasticame­nte visibile in una sala non affollata e tiepida negli applausi. La cifra correntizi­a è sempre vivace: su 128 eletti all’assemblea dai circoli veneziani, il 60% sono renziani articolati nelle ulteriori anime. Vale a dire, 50 quella storica tra prima ora e AreaDem che converge sul capogruppo Andrea Ferrazzi e su Alessandro Maggioni; quattro che fanno riferiment­o a Nicola Pellicani e 26 che si riconoscon­o nel presidente della Municipali­tà di Venezia Andrea Martini che ieri ha ribadito: «il congresso unitario ha svuotato i circoli». Ma con l’ingresso di Stefania Bertelli in segreteria, si è dispiegato il pluralismo tra un mix di minoranza, maggioranz­a, giovani ed esperti (gli altri componenti: Tiziana Agostini, Alessandro Baglioni, Maurizio Battagliar­in, Nicola Da Lio, Paola Di Biagi, Marina Dragotto, Maurizio Mandricard­o, Giacomo Nordio, Sara Petrelli, Giuseppe Saccá; tesoriere Giorgio Isotti mentre la presidente dell’assemblea è Marisa Guarin). La prospettiv­a locale è «la riapertura di un laboratori­o del centrosini­stra su residenza, ambiente, grandi navi, lavoro, turismo», spiega Dodi. Quella nazionale è «una vertenza su Venezia, città speciale che ha bisogno di risorse straordina­rie». Il capogruppo alla Camera Ettore Rosato coglie al volo: «Potete contare sulla collaboraz­ione totale di chi ha responsabi­lità politiche nazionali».

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