Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Per Melegatti meno soldi dai fondi

La direzione: «Ma la dotazione è sufficient­e». E il bis di Pasqua si prepara già a partire

- Nottegar

Meno soldi del previsto dai fondi di investimen­to. «Ma la liquidità c’è e andiamo avanti». È uno degli elementi del rilancio di Natale di Melegatti che ha salvato l’azienda in crisi. Che prepara già il bis di Pasqua.

Oggi saranno confeziona­ti gli ultimi pandori della campagna Melegatti: 1 milione e 575 mila pezzi prodotti. Obiettivo raggiunto. Poi scatterà la cassa integrazio­ne per i dipendenti a tempo indetermin­ato della storica azienda dolciaria. «Scelta prevista – spiega Luca Quagini, direttore generale Melegatti – In questa situazione non si poteva rischiare di peggiorare la condizione finanziari­a dell’azienda. Ma la cassa sarà breve e solo per parte del personale fisso».

Su questo i sindacati concordano: la cassa dovrebbe traghettar­e i dipendenti dalla conclusion­e della campagna di Natale all’avvio di quella pasquale. Meno di un mese: si comincia a infornare colombe subito dopo l’Epifania. «Di solito– analizza Paola Salvi di Flai Cgil – i lavoratori andavano in ferie dopo i mesi di lavoro per riprendere l’attività a inizio gennaio». In questo caso non avendo ferie, usate prima della cassa integrazio­ne dei mesi scorsi, l’opzione Cig, in mancanza di attività produttiva, appare obbligata. Sul fatto che la scelta fosse nota, invece, le visioni divergono. «La cassa – precisa Maurizio Tolotto di Fai Cisl – non era mai stata messa in conto. Non siamo contrari, ma dall’azienda ci aspettiamo più chiarezza. All’inizio ci avevano fatto promesse cambiate in corso d’opera. Chiediamo piani precisi per Pasqua».

Oggi alle 12.30 l’assemblea dei lavoratori. La soluzione cassa integrazio­ne non pare trovare opposizion­e, ma qualche malcontent­o tra i lavoratori lo ha lasciato, nonostante la campagna di Natale molto positiva. «È andata benissimo – chiarisce Salvi – grazie all’impegno di tutti e alla campagna social di chi ci ha sostenuto. Abbiamo raggiunto l’obiettivo di produrre i pezzi autorizzat­i dal tribunale: è stato un segnale importante. Abbiamo ridato speranza ai lavoratori. Siamo contenti. Ma l’azienda non è ancora in sicurezza».

Melegatti ha presentato al tribunale domanda di ristruttur­a- zione del debito e la ripartenza produttiva di Natale è solo il primo passo per il ritorno alla normalità. L’esposizion­e con le banche è di circa 10 milioni, i crediti dei fornitori 12. Vanno aggiunti poi i tre mesi di stipendio mancanti i ai dipendenti. «Non siamo fuori dalla crisi – ribadisce Salvi – ma questa campagna ci fa ben sperare». Anche il direttore Quagini pensa positivo: «Se il tribunale ci autorizza, subito dopo l’Epifania si riparte con la produzione pasquale».

Per questa seconda fase i fondi che hanno già permesso il riavvio sono pronti a immettere altri 10 milioni, dopo i 6 iniziali. Anche se si mormora che per adesso la cifra stanziata sia inferiore: «Vero – conferma Quagini – ma i soldi ci sono e la campagna per noi si chiude solo con il pagamento di tutti i fornitori».

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Speranza Una fase della produzione di Melegatti

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