Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Artificieri, aree-filtro e alpini Aule blindate per il più grande processo della storia vicentina
Unità cinofile, artificieri, agenti e militari - anche in borghese - a presidiare l’interno e l’esterno del palazzo di giustizia. Mobilitati perfino gli alpini. Il tutto per far fronte alla più grande (per dimensioni, oltre che per aspettative) udienza preliminare della storia giudiziaria del Veneto.
Per arrivare alla decisione se rinviare o meno a giudizio i sette ex manager e la banca stessa, accusati del crac Bpvi, il gup Roberto Venditti ha in programma diverse udienze. Le prime sono fissate per oggi (inizio alle ore 10), giovedì e venerdì, e serviranno per presentare le richieste di costituzione di parte civile. Sono moltissimi i risparmiatori che intendono chiedere i danni a Zonin e agli altri imputati, cinquemila soltanto quelli rappresentati dalle principali associazioni. «Impossibile fare delle previsioni certe su quanti si costituiranno» ammette il presidente del tribunale di Vicenza, Alberto Rizzo. Di certo, sarà un assalto.
Per far fronte a ogni emergenza, nelle ultime settimane in prefettura si sono svolti diversi Comitati per l’ordine e la sicurezza, ai quali ha partecipato lo stesso Rizzo, oltre al procuratore Antonino Cappelleri e ai vertici provinciali delle forze dell’ordine. L’apparato di sorveglianza sarà imponente. Già ieri pomeriggio i reparti specializzati della polizia (gli artificieri arrivati da Padova e il personale della Digos di Vicenza) hanno bonificato il Palazzo di Giustizia. E oggi, fin dalle prime luci dell’alba, saranno decine gli operatori in servizio tra poliziotti, carabinieri e finanzieri. Al lavoro anche le unità cinofile, oltre alla polizia locale che dovrà garantire la viabilità in zona e verificare al contempo che i parcheggi rimangano liberi.
Avvisati quindi tutti gli automobilisti: non sarà possibile utilizzare le aree di sosta fuori dal tribunale, nemmeno per i dipendenti. Il divieto riguarda via Gallo e via Oliva. Non rimane quindi che utilizzare il parcheggio multipiano a pagamento.
Quanto ad eventuali manifestazioni, al momento ha presentato il preavviso agli uffici della questura soltanto l’associazione «Noi che credevamo nella Banca Popolare di Vicenza», che ha annunciato il sit-in di una cinquantina di persone. L’Unione nazionale Consumatori con sede a Cassola, invece, ha in programma una conferenza nell’atrio del tribunale: fa sapere che arriverà «con sette valigie di documenti dei risparmiatori da depositare per un valore di almeno 25 milioni di euro persi con le azioni».
Nel Palazzo di Giustizia, ogni cosa è già organizzata. Le parti civili utilizzeranno un ingresso laterale, mentre da quello principale accederanno gli avvocati della difesa e gli stessi indagati. Tutti, saranno controllati con i metaldetector dal servizio di guardia, per scongiurare il rischio che qualche esagitato tenti di raggiungere l’aula armato.
Una volta all’interno, le parti civili dovranno scendere al piano interrato dove è previsto un secondo «filtro», per un controllo sommario della documentazione. Solo a quel punto potranno presentarsi di fronte al giudice per chiedere di essere ammessi all’eventuale processo.
Venerdì sarà finalmente chiaro il numero complessivo dei risparmiatori intenzionati a chiedere un risarcimento. A quel punto si valuterà se la grande aula allestita nel tribunale sia sufficiente a contenerli tutti (o almeno i loro avvocati) oppure se sarà necessario trasferire le prossime udienze in spazi più ampi. Tra le ipotesi, l’utilizzo del teatro comunale o di una padiglione della Fiera.
Rizzo È impossibile prevedere quante saranno le parti civili