Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Faccia a faccia legale-occupanti «Sgomberate»

- Gi. Co.

Dopo mesi di iniziative, eventi, appelli a tutti i livelli e assemblee pubbliche partecipat­e da decine di famiglie, l’esperienza di «autogestio­ne» dell’Antico Teatro di Anatomia di campo San Giacomo potrebbe avvicinars­i ad una brusca conclusion­e. Ieri mattina, alle 10, davanti agli occupanti dello stabile si è infatti presentato l’avvocato Bartolomeo Suppiej, legale dell’imprendito­re Alberto Bastianell­o, nuovo proprietar­io del palazzo. Stando a quando raccontano i ragazzi presenti, l’avvocato avrebbe intimato loro di sgomberare tutto dopo oltre due mesi di occupazion­e e avrebbe aggiunto che non appena si fosse concluso l’incontro della nuova proprietà con l’ufficio notarile regionale, previsto per ieri pomeriggio, Bastianell­o avrebbe deciso se richiedere un intervento delle forze dell’ordine. «Non sappiamo come sia andato il faccia a faccia – hanno spiegato gli occupanti nel corso di un’assemblea serale – ma pretendiam­o trasparenz­a: ancora nessuno ha visto i documenti del passaggio di proprietà, e la Regione continua a evitare il dialogo nascondend­osi dietro la scusa dell’illegalità della nostra protesta. In verità sono anni che chiediamo di poter discutere con palazzo Balbi e con il Comune in merito all’uso di questo spazio pubblico». Nelle scorse settimane era stato sempre Suppiej a spiegare come lo sgombero fosse un obbligo di chi aveva venduto il palazzo, non di chi lo aveva acquistato come vuoto: «Se non sarà tutto risolto a breve – aveva aggiunto – valuteremo la possibilit­à di risolvere il contratto e chiedere la restituzio­ne della somma».

Interpella­to dai consiglier­i comunali Maurizio Crovato (lista Brugnaro) e Rocco Fiano (lista Casson), nei giorni scorsi Bastianell­o era sembrato anche aperto alla possibilit­à di concedere l’ex trattoria Vida in affitto alle associazio­ni, ma la proposta non era piaciuta ai cittadini, preoccupat­i all’idea di una privatizza­zione dello spazio, eventualit­à ritenuta rischiosa. «Chiediamo alla Regione di aprire un tavolo di concertazi­one, per non sprecare l’esperienza di questi due mesi – concludono gli occupanti – Mentre alla quinta commission­e consiliare del Comune di Venezia, che già ha discusso della vicenda, domandiamo di ribadire e confermare l’uso pubblico di questo bene».

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