Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Con i sindaci meno fallimenti. Ma nelle srl si rischiano ora controlli meno incisivi»
Sarà pur vero che l’abbassamento delle soglia delle Srl che devono avere sindaci o revisore comporterà 3.500 euro di spese in più l’anno per azienda, come calcolato dalla Cgia di Mestre. Ma è un fatto che nelle imprese sorvegliate da esperti esterni i fallimenti sono minori. È la replica di commercialisti e revisori all’appello lanciato dagli artigiani sulla riforma delle crisi d’impresa. In Veneto a doversi allineare saranno quasi 15 mila, per un costo complessivo, stima Cgia, di 500 milioni di euro a livello nazionale.
«Un organo di controllo non è un costo per la collettività – ribatte Margherita Monti, presidente della conferenza dei 13 ordini dei Commercialisti del Triveneto - ma previene costi sociali molto alti. Infatti nella riforma del diritto fallimentare l’obbligo di istituzione del collegio sindacale si collega all’introduzione dell’allerta, nuovo strumento pensato per anticipare la crisi di impresa, per arrivare a una composizione assistita delle crisi senza andare in tribunale». E, secondo Monti, sarebbe opportuno uscire dalla dimensione del «controllo» per identificare nel collegio sindacale o nel revisore un collaboratore dell’imprenditore nelle scelte aziendali. Con l’obbligo di dire di no se la proprietà assume scelte scorrette.
Ma a trovare elementi di perplessità è Luca De Stefani, professionista padovano della categoria. L’allargamento della platea dei potenziali clienti, prevede, «comporterà una frammentazione e un abbassamento delle parcelle, date le minori capacità delle società più piccole. Con una possibile moltiplicazione di interlocutori per ciascun esperto contabile e, di conseguenza, del rischio che almeno una di queste possa fallire. In questi casi sappiamo che anche se un sindaco non ha colpa, un giudice tende a coinvolgerlo perché, con la sua assicurazione, una certa quota per i creditori si può recuperare».