Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Pedemontan­a un altro esposto

- di Martina Zambon

L’ultimo esposto sulla Pedemontan­a porta in calce un lungo elenco di firmatari: c’è il Codacons e ci sono i Comitati, ci sono i parlamenta­ri pentastell­ati Arianna Spessotto ed Enrico Cappellett­i e una ventina di associazio­ni ambientali­ste a partire da Italia Nostra. Soprattutt­o, ci sono 1500 firme di cittadini che contestano alla nuova infrastrut­tura che collegherà Vicenza e Treviso, un danno erariale e uno ambientale. «1500 firme, una per ogni milione del bond di Sis per l’opera» commenta Osvaldo Piccolotto del Codacons. «Pare - dice Piccolotto - che al Tar del Veneto il ricorso di Salini-Impregilo sia stato inserito fra le pratiche ordinarie mentre invece si trattava di un procedimen­to d’urgenza. Sembra che la ricalendar­izzazione del procedimen­to sarà fatta nei prossimi giorni e che, quindi, sarebbe plausibile la fissazione dell’udienza per i primi di gennaio». Si tratta del ricorso nettamente più pesante fra i trentatrè esposti «colleziona­ti» dalla superstrad­a . Si contano 17 esposti in procura a Venezia, 3 a Roma, 4 a Treviso, 7 a Vicenza, 2 a Torino e un’indagine ancora in corso a Firenze per le vicende legate all’ingegner Ercole Incalza e all’Unità di missione che coinvolse anche Stefano Perotti , inizialmen­te direttore dei lavori della Pedemontan­a, poi rimosso. Dettagli che Sis ha dovuto mettere nero su bianco per lanciare il bond da 1,5 miliardi, trattato proprio sull’Irish Stock Exchange, la borsa irlandese a Dublino e che si è chiuso nelle scorse settimane . Nero su bianco per 700 pagine, in inglese, in cui era un obbligo indicare le eventuali «grane giudiziari­e».

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I cantieri

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