Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Locale a Jesolo Pittis a processo Il portiere Aprea insulta vigilessa
Quando i vigili urbani di Jesolo – chiamati, secondo la difesa, da qualche titolare di discoteca invidioso – sono arrivati, hanno trovato una festa con una cinquantina di invitati che ballavano. Hanno poi controllato la licenza, verificando però che lì non si poteva ballare, essendo solo un locale ristorante. E così Riccardo Pittis, ex stella della Benetton Treviso e della nazionale italiana di basket, che una volta finita la carriera si è anche lanciato nel mondo della ristorazione, è finito sotto processo a Venezia insieme al suo socio Giancarlo Boraso, per il reato di «apertura abusiva di luoghi di pubblico spettacolo». Ieri si è tenuta la prima udienza, rinviata però a gennaio. La tesi dei difensori Marco Furlan e Alberto Gurian è che quella fosse solo una festa privata e dunque non fosse aperta al pubblico. Inoltre i legali si faranno forti del fatto che Pittis e Boraso erano stati anche multato, ma la sanzione era stata poi impugnata e annullata. I fatti risalgono al 2014, quando Pittis aprì il locale «Tutti al mare» sul lungomare in via Veneto, nello stabilimento Oro Beach, che avrebbe dovuto portare a Jesolo sport ed eventi estivi.
Guai giudiziari anche per l’ex portiere del Venezia Giuseppe Aprea, pure lui finito a processo anche se per un reato ben diverso, quello di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. Avrebbe infatti offeso il 3 ottobre 2013 una vigilessa che gli stava dando una multa. (a. zo.)