Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Mestre, festa e auguri: Serena: «Stagione ok anche senza lo stadio»
Serata di festa ieri in piazza Ferretto per il Mestre, che ha dato appuntamento ai tifosi per un brindisi natalizio prima dell’ultima trasferta del 2017 in programma domani sul campo di Teramo alle 20,45. Circa duecento i sostenitori arancioneri che si sono radunati nel tardo pomeriggio per l’occasione mentre attorno al palco, oltre alla prima squadra, erano presenti anche i ragazzi delle giovanili, che hanno creato un clima festoso per un’occasione davvero speciale.
Sul palco il presidente Stefano Seren — applauditissimo dai sostenitori arancioneri — ha preso il microfono dallo speaker Andrea Checconi e ancora una volta si è soffermato sullo stadio Baracca e sui recenti mugugni della tifoseria, stanca di una situazione logistica oggettivamente molto complessa da gestire. «Sono orgoglioso di essere qui oggi di fronte a tutti voi per questo appuntamento di festa, che ci vede assieme sotto il segno della nostra bandiera — ha detto Serena — forse c’è chi ancora non lo sa, ma siamo l’unica squadra in Italia professionistica che non ha uno stadio proprio dove giocare... Il Baracca non ha le caratteristiche idonee per fare il campionato di serie C. Ringrazio tutto lo staff, i tifosi, i giocatori e l’allenatore che fanno sempre tanti chilometri, privandoci dell’affetto dei ragazzi del settore giovanile che per una questione di distanza non possono seguirci. Approfitto dell’occasione per fare un grosso in bocca al lupo alla squadra: siamo giunti alla fine del girone di andata e abbiamo fatto bene, sono convinto che ci siano ancora margini di crescita e faccio un grosso augurio a Mestre intera e a tutte le famiglie della città».
Dal palco si è levato anche un impegno a difendere e a sostenere i colori arancioneri in città e la propria identità di squadra e di colori, un sentimento di orgoglio molto forte tra chi segue da vicino la squadra: «Questa è la nostra piazza, è la nostra città: dobbiamo ricordare la nostra identità e la nostra squadra, teniamo alto il nome di Mestre».