Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Shopping di Natale senza commesse grande distribuzione in sciopero
Oggi la protesta di 5 mila dipendenti, per la maggior parte donne e part-time
Cinquemila commessi, magazzinieri, addetti alle casse oggi potrebbero incrociare le braccia paralizzando centri commerciali, iper, supermercati. Non un giorno qualsiasi, ma il venerdì prima di Natale, giorno di shopping, di corsa alle spese per i cenoni della Vigilia e il pranzo natalizio, giorno di acquisti frenetici. Non lo hanno scelto a caso i 5 mila lavoratori della grande distribuzione, in gran parte donne, in gran parte part-time obbligati. Lavorano tutti da quattro anni senza contratto nazionale, chi ce l’ha avuto un contratto perché gli ultimi entrati nel settore non lo hanno mai visto. In quattro anni è cambiato il commercio, il modo di fare le spese, ma anche i diritti che parevano acquisiti.
Oggi i dipendenti di centri commerciali, ipermercati, store incrociano le braccia e scendono in strada, lasciando sguarnite casse e corsie dei supermercati, contando nella solidarietà anche dei clienti che almeno per un giorno dovrebbe fare le spese altrove. Appuntamento stamattina presto davanti alla Coop e al Conforama di via Pionara per raggiungere le porte del centro commerciale Auchan e dei vari grandi magazzini che gli orbitano attorno. «E’ la settimana degli acquisti di Natale e questo dovrebbe far riflettere sulla scelta di tale data — dice il deputato Michele Mognato (Mdp) - il governo con la sua autorevolezza dovrebbe aiutare la risoluzione della vertenza». La grande distribuzione a Venezia, è massiccia Solo le Coop sono una quarantina, dall’ipermercato di San Donà di Piave con 300 dipendenti, alle piccole realtà di Venezia con meno di dieci addetti. In totale più di mille lavoratori, di cui circa 700 donne, ma solo 200 a tempo indeterminato, secondo i dati Cgil. Tra Auchan, Despar, Carrefour, per fare qualche esempio ci sono altri 4 mila lavoratori con oltre 2.500 part-time. I nodi aperti vanno dagli stipendi agli orari di lavoro. «Hanno allungato gli orari di apertura die negozi, rendendo difficile il rientro dei pendolari e combattono l’assenteismo tagliando le garanzie per la malattia – denuncia Francesco Battagia, rsa della Coop di piazzale Roma – Temiamo che oggi sopperiranno alle defezioni chiamando in cassa i quadri, il clima è molto teso». «Noi non siamo contro le aperture domenicali — dice Nicoletta Bottos, rsa di Auchan — comprendiamo che aprire mezza giornata è impossibile con i nostri costi di gestione, ma serve una turnazione: non è possibile che chi lavora i festivi non possa saltarne neanche uno, non fanno così neppure pompieri e infermieri». I sindacati sono sul piede di guerra da mesi. «Federdistribuzione ha cancellato il contratto nazionale, ogni soggetto si sta muovendo in modo indipendente, con aumenti di 15 o 20 euro mai concordati con i sindacati – spiega Caterina Boato, di Filcams Cgil – con la Cooperazione gli ultimi incontri sono stati questa estate e non hanno portato a niente, anzi hanno perfino tentato di cancellare i primi tre giorni di malattia coperti dall’azienda». «Uno sciopero immotivato – è la replica a distanza - Coop si è seduta più volte al tavolo, con proposte a partire da un aumento di 85 euro mensili».