Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Le notti del Panevin La mappa dei «brusa la vecia»

Alla vigilia dell’Epifania uno dei rituali più attesi: simboleggi­a l’addio al passato e il saluto al nuovo anno. Ad Arcade uno dei falò più imponenti. In Prato della Valle «brusa la vecia», con festa dal pomeriggio. Pinza e vin brulè i piatti della tradiz

- Fabio Velo Dalbrenta

Èuno dei rituali più antichi del folclore veneto quello che alla vigilia dell’Epifania, o il 6 gennaio stesso, si consuma insieme alle fiamme di un grande falò per simboleggi­are il vecchio anno che se ne va e propiziare il nuovo, leggendo nella direzione presa dalle faville e il fumo quanto abbondante sarà il raccolto. Il rito assume vari nomi a seconda del luogo: a Treviso e Venezia si chiama «pan e vin», «pirola parola» e «foghera», a Verona e Rovigo «briolo» e «brujel», nel Vicentino «rogo della stria» e a Padova e in altri paesi sparsi «brusa la vecia».

La mappa veneta dei falò di venerdì 5 e sabato 6 è assai vasta. Cominciand­o dal panevin della provincia di Treviso, durante il quale vengono distribuit­i pinza e vin brulé, la staffetta delle associazio­ni che andranno ad accendere i roghi partirà il 5 gennaio alle 18 da Moriago della Battaglia e i fuochi arderanno alle 20. Tanti i comuni coinvolti: Cison di Valmarino, Farra di Soligo, Follina, Miane, Pieve di Soligo, Refrontolo, Revine Lago, San Pietro di Feletto, Sernaglia della Battaglia, Susegana, Tarzo e Vidor. Nel Trevigiano non si può poi non citare il «Pan e vin» di Arcade, che dalle 14 alle 21, ora in cui si accende la pira in Piazza Vittorio Emanuele III, prevede un fitto programma di iniziative. Sempre nella Marca ricordiamo la «Piroea e Paroea» di Morgano, con rogo ed eventi enogastron­omici venerdì alle 20 dietro la chiesa di Badoere.

Quella dei roghi è una tradizione agricola risalente ai Celti che è arrivata fino ad oggi mescolando paganesimo e cristianes­imo: la figura della Befana unisce il passato e la chiusura del ciclo stagionale.

A Padova il tradiziona­le «Brusa la Vecia» in Prato della

Valle si terrà quest’anno di venerdì: la festa inizia alle 15.30 con distribuzi­one di calzette ai bambini (fino ad esauriment­o) e animazioni, mentre il grande falò è fissato alle 18. Rimanendo nel Padovano, ma spostandoc­i a sabato, troviamo il «Falò dea Vecia» di Monselice, suddiviso fra l’evento «Arriva la Befana» in Piazza Mazzini alle 14:30 e il rogo alle 17.30 al Campo della Fiera. Nel Veneziano è d’obbligo ricordare la «Pirola Parola» di Noale, festività che sconfina nella rievocazio­ne storica, con sfilate in costume e l’accensione dei fuochi propiziato­ri secondo l’antica tradizione contadina: si comincia sabato alle 15 da Piazza XX Settembre e si termina in Piazza Castello. Un’altra rappresent­azione in provincia di Venezia è quella di Fiesso d’Artico, dove sabato alle 17.30 giungono i Re Magi con un corteo acqueo. Nel Vicentino è famoso il «Palio e Rogo della Stria» di Recoaro Terme, con musica, mercatini e stand gastronimi­ci tutto il giorno e la sfilata della Befana. Ad Adria (Rovigo) «La Befana vien di notte» è una lunga manifestaz­ione che si conclude sabato con sfilate in costume la mattina e dalle 17 musica folclorist­ica e appunto il rogo. A Verona il «Brusa la Vecia» è uno spettacolo pirotcenic­o di grandi proporzion­i che si svolge alle 18 nella cornice di Piazza Bra: dalle 17 musica e intratteni­mento per adulti e bambini.

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Auspici Il «pan e vin» di Arcade, nel Trevigiano, forse il più famoso della regione
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