Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

L’anno che verrà le sfide del 2018

M9, Mose, crociere, ma anche la divisione tra Venezia e Mestre. Arriva il «semaforo» per i turisti a San Marco, le speranze dei tifosi per stadio e palazzetto

- (a. zo.)

Il 4 marzo il referendum separatist­a (se si farà con le elezioni politiche), l’1 dicembre il taglio del nastro del museo M9, a fine anno la consegna dei cantieri del Mose. Basterebbe­ro già solo queste tre date per dire quanto il 2018 sarà un anno importante per Venezia e Mestre. Ma dovrebbe anche essere l’anno della soluzione al dilemma delle grandi navi da crociera: dopo sei anni di chiacchier­e e polemiche dovrebbero finalmente arrivare le decisioni (sulla linea del Comitatone di due mesi fa) e soprattutt­o i progetti. Il sindaco Luigi Brugnaro ha scavalcato la metà del suo primo mandato e, anche se ha preannunci­ato che si ricandider­à nel 2020 «per finire il lavoro», dovrebbe cominciare a tirare le fila delle tante partite aperte in città. In primis il turismo, con la decisione di avviare dai prossimi mesi un progetto sperimenta­le per la limitazion­e dei visitatori nelle aree centrali, con un «semaforo» in piazza San Marco, che scatterà quando sarà troppo piena, lasciando passare solo i residenti o chi ha una carta «priority», per esempio perché lavora lì o pernotta in un albergo. Sono allo studio anche i progetti per creare nuovi hub ed evitare l’intasament­o di piazzale Roma, da San Basilio (il Porto è d’accordo) alle Fondamenta Nuove (zona Celestia). Così come un ridisegno del Tronchetto (vedi pagina 9), da anni porta di Venezia in potenza e zona piuttosto degradata nella realtà, tra banchetti posticci e intrometti­tori abusivi.

Le risorse dei privati dovrebbero portare alla soluzione di un altro annoso problema, quello delle strutture sportive: il Venezia di Joe Tacopina vuole realizzare lo stadio nel Quadrante di Tessera, mentre la Reyer, che Brugnaro ha «occultato» nel blind trust, punta su un nuovo palazzetto nell’area dei Pili. In città ripartiran­no anche le manutenzio­ni grazie al rifinanzia­mento della legge speciale.

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