Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Da mesi inseparabili La rabbia del figlio «Lo sapevo, un violento»
A guardare indietro, alle foto che li ritraggono sempre assieme, in giro barca o sul divano di casa, con gli amati cani, sempre a scambiarsi battute su Facebook, diresti che erano inseparabili. Ciro Esposito e Ivano Gritti erano davvero amici: da quando il primo, originario di Napoli e residente a Chioggia, si era spostato a Venezia, occupando una casa dell’Ater vicino a San Rocco, hanno vissuto vite parallele. Sempre insieme, loro due e R.P. la compagna di Ivano Gritti, i loro cani, sembra una famiglia. Si trovavano spesso nella casa vicino a San Rocco, ma anche in giro, in laguna, a Sacca Fisola. «Erano amici da tanto tempo, ma da qualche mese si frequentavano molto più spesso», dice il figlio della vittima, la voce scossa dalla rabbia. Insieme a loro c’era spesso anche un’altra donna, M.D., amica di tutti e tre.
Ivano Gritti, 47 anni e un passato con diversi precedenti penali, da novembre aveva occupato abusivamente la casa che era stata assegnata dall’Ater a sua mamma. Prima abitava con la compagna a Sacca Fisola. Morta l’anziana, lui aveva preso possesso dell’appartamento, finendo per abitare proprio alle spalle dell’amico, anche lui sistematosi da agosto, abusivamente, in un alloggio pubblico. «Ivano aveva le chiavi della casa della mamma, veniva spesso - racconta una vicina - Noi non eravamo
Abusivi Avevano occupato alloggi vicini. Il sospetto della droga
tranquilli, in passato era stato aggressivo con la madre». Il padre morto tanti anni fa, un fratello ricoverato in ospedale e un figlio che in queste ore sta cercando, disperato, di trovare un perché. «Mi sto informando, voglio capire, voglio sapere cosa è successo – dice - Ho conosciuto Ciro, mi è sembrato un uomo violento ma non pensavo fino a questo punto». Il dolore per la scomparsa del padre lascia spazio alla rabbia, tanto da portarlo a scrivere un commento, poi cancellato, sul profilo Facebook dell’assassino: «Sporco infame te trovarò». Ciro Esposito ha 51 anni e sul suo profilo Facebook condivideva molto delle sue giornate, foto, pensieri, arrabbiature anche, ma sempre attento a non far sapere troppo. Dai giri in barca ai suoi sentimenti per una donna, M.D., alle foto de «Il padrino». «Faceva paura», dice una vicina di casa. Del suo passato tutti conoscono poco, lui sostiene di non avere precedenti ma tra i vicini c’è il sospetto che avesse a che fare con giri di droga. E che in questi giri c’entrasse anche la vittima.
Ieri i carabinieri hanno ascoltato la compagna di Ivano Gritti a lungo, chiusa nella sua casa di Sacca Fisola, in calle degli orti, dove aveva vissuto anche lui. Disperata, arrabbiata, i vicini l’hanno sentita piangere dalle pareti. Difficile avvicinarla, anche solo per una parola di solidarietà. Agli