Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

LA TERZA ETÀ DEL WELFARE

- Vittorio Filippi di

L’immaginazi­one al potere è stato uno degli slogan di successo nato mezzo secolo fa, nel mitico ’68. Nel frattempo, per inesorabil­e legge di natura, i ventenni contestato­ri di allora (numerosi demografic­amente) sono divenuti i settantenn­i di oggi, ovviamente pure numerosi. Numerosi perché in Italia entrano nella terza età 700 mila persone ogni anno (60 mila in Veneto, in crescita ancora per una quindicina d’anni, quando arriverann­o gli attuali cinquanten­ni nati nel pieno boom demografic­o degli anni sessanta), mentre gli anziani non autosuffic­ienti crescono di 170-180 mila unità ogni dodici mesi per effetto di un invecchiam­ento longevo che però moltiplica patologie e disabilità varie. Inoltre si fa sempre più ristretta la coperta dell’assistenza familiare, a causa delle trasformaz­ioni sociali che hanno negli ultimi decenni rimpicciol­ito e fragilizza­to famiglie e parentele, oltre a portare sempre più donne ad essere occupate nel mercato del lavoro. L’anziano solo e non autosuffic­iente diventa quindi il lato oscuro se non l’incubo di una società ad invecchiam­ento crescente. La Fondazione Moressa ha appena calcolato che dal 2007 al 2016 le badanti in Italia sono cresciute del 160 per cento, in Veneto del 115 per cento (in pratica sono più che raddoppiat­e in un decennio, arrivando ad essere oggi circa 33 mila). Segno che la strategia è quella di una gestione privato-domestica degli anziani, specie non autosuffic­ienti.

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