Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Parlamentarie beffa», fronda chiede di rifarle
Piattaforma inaccessibile, candidati che ci sono e non volevano esserci per un click sbagliato sulla piattaforma Rousseau e chi, invece, voleva essere della partita e si è visto escluso. Il voto M5s è ancora caos. «Rifare tutti», dice ora Bartelle.
Piattaforma impallata VENEZIA e inaccessibile, candidati che ci sono e non volevano esserci per un click sbagliato sulla piattaforma Rousseau (Renzo Trevisan a Caorle e Fiorella Moro, madre della consigliera regionale Erika Baldin) e chi, invece, voleva essere della partita e si è visto escluso. Anche se ha fatto l’assessore in una giunta pentastellata doc come Luciano Claut a Mira, anche se ha corso alle primarie insieme a Luigi Di Maio per fare il presidente del Consiglio come Marco Zordan di Arzignano già assessore a Sarego, anche se come Maria Elena Martinez (che intervistiamo qui sotto) che è anestesista allo Iov a Padova e ha tracciato molte delle battaglie sulla salute e sull’ambiente che sono il core del movimento o, come Serena Giuliato, hanno fatto il presidente del consiglio Comunale.
Tutti espunti dai papabili, come molti altri (si sono perse pure le tracce di Gilberto Boscolo, segretario del sindaco di Chioggia Alessandro Ferro).
Non è chiaro il perché e neanche la mano che ha tirato la riga sui nomi: lo staff a Milano che ha incrociato casellari penali e curricula politici col nuovo regolamento o il gruppo regionale di supporto?
La trasparenza sulle modalità di selezione del personale politico del M5s per gli stessi iscritti si ferma alla domanda e al dubbio di chi abbia scelto Tizio e fatto fuori Caio tanto che la sfilza di esclusioni eccellenti che ha indignato il popolo cinque stelle ha indotto la consigliera regionale Patrizia Bartelle a trarre le conclusioni: «Troppi autocandidati esclusi, le parlamentarie vanno subito annullate», ha invocato ieri.
Intanto, c’è un folto gruppo di ortodossi della prima ora che sta boicottando il voto online. Chi e quanti siano gli aspiranti non si sa, eccetto per nomi usciti alla spicciolata (tutti i parlamentari uscenti veneti eccetto tre) e numeri a braccio: oltre 200 a Venezia e altrettanti a Padova, circa 90 a Treviso.
Pochi giorni fa all’hotel «Bhr» di Treviso l’europarlamentare David Borrelli aveva caldamente suggerito agli autocandidati di non fare outing in modo da evitare che i parlamentari uscenti avessero un vantaggio sui nomi nuovi. Il rovescio della medaglia di questa strategia è che se ci fosse un premio Nobel tra gli aspiranti e non passasse la selezione, nessuno lo saprebbe.
A proposito di trasparenza: le selezioni saranno due. Quella del voto che si chiude oggi e poi quella dello staff, che vaglierà i curricula dei più votati in modo da non mandare a Palazzo Madama o a Montecitorio chi era in altri partiti dopo il 2009, anno di fondazione dei grillini. Dopo il secondo screening si sapranno i nomi dei candidati, alla volta del fine settimana.
La base mormora. Chiede lumi al gruppo dirigente regionale del M5s che governa la partita della parlamentarie e della campagna elettorale (Ignazio Corrao in testa seguito dal capogruppo Jacopo Berti e dai referenti locali per le liste proporzionali Luisa Sattin, Alberto Ferraresi, Marco Brugnerotto, Simone Contro e Manuel Brusco). Che lascia cadere le domande. «Adda passà a nuttata»e domenica le responsabilità e le scelte dello staff e del braccio locale lasceranno spazio alla campagna elettorale. Ma c’è chi sta prendendo appunti.
«Se Di Maio ha demandato la scrematura ai propri fidati referenti regionali, e qui in Veneto ancora non si sa chi siano questi referenti, chiedo che venga comunicato il prima possibile il motivo dell’esclusione di persone — scandisce Bartelle — Altrimenti potrei cominciare a pensare che tutto sia avvenuto secondo scelte individuali sulle persone, che la selezione avviene non diversamente dagli altri partiti, eliminando chi non è in linea. Se il M5s è diventato questo, lo si dica. Se non è così, si annullino la parlamentarie e si ri-celebrino». Monica Zicchiero
Patrizia Bartelle (Consigliere regionale)
Sia comunicato prima possibile a tutti quanti il motivo delle esclusioni
I nomi dei «respinti». E ci sarà anche un filtro politico