Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Ricerca nucleare, il pressing di Zaia «Marghera come il Cern, si può»
La «corsa» di Regione ed enti per la candidatura entro fine mese. Ma il Porto frena
Marcato E’ il progetto più importante degli ultimi 50 anni Musolino Non ho capito dove sia, ma la pianificazione spetta a noi
«Il progetto più importante VENEZIA degli ultimi 50 anni», nelle parole dell’assessore regionale allo Sviluppo economico Roberto Marcato. E anche il presidente della Regione Veneto Luca Zaia usa toni entusiastici: «E’ la madre di tutte le battaglie, uno standing scientifico internazionale - afferma - Marghera come il Cern. È realizzare un sogno e sognare non è proibito». Gli uffici di Palazzo Balbi stanno correndo, con la collaborazione del Consorsio Rfx di Padova (Università, Enea, Cnr e molti altri), per candidare Marghera a sede della sperimentazione sul Dtt, elemento fondamentale che separa i sogni dalla realtà sulla fusione nucleare, con la creazione di energia pulita dalla reazione dell’atomo. Il Dtt (Divertor Test Tokamak) è l’apparecchio che tiene a bada la temperatura dentro il nucleo e finora non è mai stato messo a punto, ideato, sperimentato.
Il reattore prototipo (Iter) è in Francia a Cadarache, a Padova Rfx ha creato l’«accendino» che si chiama Spider e verrà testato ad aprile. Manca l’«estintore», per dirla in maniera poco scientifica, vale a dire l’attrezzatura che tiene sotto controllo la temperatura nel reattore: il Dtt, appunto. E Marghera, nei 107 ettari ex Eni bonificati, con la Regione si appresta a candidarsi a luogo della sperimentazione, creando un polo di ricerca e innovazione tra Padova e Marghera, col vertice in Francia. Che a Marghera ci fosse il filone d’oro per la ricerca lo si è scoperto, in corsa, nelle ultime settimane. La maggior parte della cittadinanza neanche sapeva che ci fosse in ballo una sperimentazione sul nucleare pulito prima che il sindaco Luigi Brugnaro, che ha proposto il sito, facesse l’annuncio. Il presidente Zaia racconta di una decisione presa in corsa, sul filo del sogno: «Si parlava di investimenti da 50 milioni di euro – spiega – E abbiamo deciso che non potevamo restarne fuori, non tentare la candidatura». Il termine per la presentazione della candidatura scade il 31 gennaio. Le prime telefonate ci sono state intorno a Natale, tra Università e Regione. Da lì, l’accelerata. Il bando è uscito a dicembre, i fisici dell’Università di Padova subito sono andati all’Enea per capire l’area che tirava e sono tornati con la convinzione che Marghera ha i numeri per giocarsela ad armi pari con Frosinone, la più quotata delle dieci località in gara, sede storica dell’Enea sulle ricerche nucleari.
«Grazie alla centrale di Fusina, c’è energia ad alta tensione – elenca Francesco Gnesotto, docente di Elettrotecnica a Padova e referente del progetto Rfx – Ha il porto, fondamentale perché le grandi strumentazioni, necessarie alla realizzazione, andranno trasportate su nave. Ha ferrovia, strade, l’aeroporto». Manca solo un edificio già bello e fatto, ma ci sono strutture da adeguare. E sopratutto, come spiega il rettore del Bo Rosario Rizzuto, «a Porto Marghera c’è un apparato produttivo in grado di competere e raccogliere la sfida, grazie al sistema industriale». Imprese che possono realizzare i componenti, ad esempio, come la Simic che fa imponenti parti magnetiche di superconduttori. E poi l’idea di riconvertire al futuro le vestigia dell’archeologia industriale. «Sono opportunità da cogliere - dicono i parlamentari di Mdp Michele Mognato, Davide Zoggia, Delia Murer e Felice Casson Progetti che ovviamente nel rispetto della sostenibilità dell’ecosistema lagunare e di precauzione per la sicurezza, possono aprire una fase positiva produttiva e occupazionale per Venezia città metropolitana nell’interesse del Paese. È necessario un lavoro collettivo che metta insieme tutti i soggetti istituzionali».
Finora, però, al tavolo mancherebbe un interlocutore fondamentale, cioè l’Autorità di sistema portuale, che ha in mano il piano regolatore di quelle aree. Ieri mattina il presidente Pino Musolino non ha nascosto di aver saputo del progetto solo dall’annuncio di Brugnaro letto sui giornali. «Quando vedremo il progetto ne potremo parlare, ma non ho ancora capito dove sarà dice gelido Musolino - Certo che se vogliamo fare un grande terminal logistico nell’area Montesyndial, poi non possiamo avere un “muro” dietro. La pianificazione delle aree portuali spetta a noi, aspettiamo cose più concrete».