Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Hotel, la carica dei 15 mila posti letto Accordo sulla stazione di Mestre
Da Marghera a via Torino previsti nuovi alberghi. De Martin: la città non è satura
MESTRE I primi nuovi ottocento posti letto arriveranno a maggio, a due passi dalla stazione, dell’ostello dell’hotel Plaza. Poi ci sarà il taglio del nastro, in ottobre, del secondo A&O, con altri mille ospiti in via Ca’ Marcello dove nel 2019 arriveranno gli hotel Mtk. Ma quei quattromila turisti mestrini sono destinati ad aumentare esponenzialmente. Solo attorno alla stazione ferroviaria ci saranno circa 15 mila posti letto, di cui 10 mila da realizzare ancora.
I progetti non sono stati depositati in Comune ma non mancano le manifestazioni di interesse: non c’è giorno che un professionista o un rappresentante di qualche gruppo immobiliare non si presenti per proporre idee di sviluppo per le aree libere edificabili così vicine a Venezia e collegate con stazione, autostrada e tangenziale, dove la presenza ricettiva è già stato prevista dalle amministrazioni passate. In via Trento, dove c’è il parcheggio Touring, in via Ulloa, all’ex Cassa di risparmio e all’ex mercato ortofrutticolo di via Torino, nei terreni a fianco del palazzo dei sindacati confederali, persino quell’edificio incompiuto, dallo scheletro blu in cemento armato che doveva diventare un parcheggio multipiano di fronte alla Vempa potrebbe diventare un hotel.
Uno sviluppo senza limiti che comincia a far preoccupare urbanisti e architetti. Non è un caso che la presidente dell’ordine sia critica anche verso l’intervento di via Ca’ Marcello: «Avrebbe dovuto esserci un mix di funzioni, quando si crea solo turismo, una zona cambia aspetto ma resta comunque periferia, è l’insieme di più attività che fa la differenza — dice Anna Buzzacchi, presidente dell’Ordine degli architetti veneziano —. Serve una visione di città, se non ci occupiamo di creare lavoro, non si difende l’habitat urbano, anche sui Pili, prima di intervenire, servirebbe una visione d’insieme». A Venezia, intesa come città metropolitana, per Buzzacchi, sono necessarie «altre forme di economia oltre a quella turistica, senza non portiamo residenti e la città non si rigenera».
Ca’ Farsetti è d’accordo ma come spiega l’assessore all’Urbanistica Massimiliano De Martin segnala «tra il dire ciò che è giusto e bello e quello che si può fare c’è differenza». «In via Ca’ Marcello ad esempio — continua — le operazioni immobiliari dovevano reggere, è condivisibile dire che serve un mix di funzioni ma bisogna guardare alla realtà dei fatti». E i fatti mostrano che nel futuro di Mestre c’è un boom del settore alberghiero. «Non c’è nulla di nuovo rispetto a quanto già previsto — precisa De Martin —
Buzzacchi Serve un’idea di città, anche per l’area dei Pili
quando si dice diecimila posti letto si parla di previsioni, detto questo, al binario 1 della stazione ferroviaria non si può pensare di realizzare case». A breve (alla firma mancherebbero poche settimane) arriverà l’accordo di programma con Rfi e Regione per la riqualificazione della stazione con tanto di hotel da 220 stanze in piazzale Favretti nell’edificio che era occupato dalle Poste. Poco più in là, di fronte al bicipark, arriverà un albergo a quattro stelle da 130 camere con un investimento privato di 10 milioni di euro mentre in via Ulloa a Marghera sono previste 300 stanze di hotel nell’area ex Todini, a fianco del quartiere Cita, acquisita da Salini-Impregilo. «Il progetto è stato approvato dal consiglio comunale ma il gruppo non ha mai ritirato i permessi», precisa l’assessore. Ci sarebbero poi manifestazioni di interesse per i terreni a fianco del palazzo dei sindacati. Al momento lo sviluppo dell’ex Mof è fermo ma anche lì dovrebbe sorgere un albergo. «Mestre non è satura — conclude De Martin — quando lo sarà, si guarderà all’area metropolitana».