Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Venezia, quinta di rigore
Si allunga la striscia vincente in casa, un penalty di Geijo mette al tappeto l’Ascoli e spedisce in orbita i lagunari: serie A nel mirino. Inzaghi: «Vittoria da grande squadra»
VENEZIA Ha ragione da vendere Pippo Inzaghi, quando ricorda con il suo miglior sorriso sulle labbra che «non è stato il miglior Venezia della stagione», ma pure quando puntualizza che quella sull’Ascoli «è stata una vittoria da grande squadra».
Le promozioni a fine stagione, del resto, arrivano spesso non con lo champagne e le bollicine, ma con i punti e con la concretezza. Con gli 1-0 tirati per i capelli, come la Juventus e la Roma di Fabio Capello, blindando la difesa e capitalizzando al massimo le occasioni. Ci è voluto un rigore (abbastanza dubbio) per un contatto in area su Falzerano, per spingere il Venezia verso la quinta vittoria consecutiva in casa dopo quelle blindate con Cesena, Bari, Avellino e Ternana. E adesso che la salvezza non è più un problema (e a dire la verità non lo è mai stata) si può ragionare in grande. Il calendario in ordine sparso menziona Empoli e Frosinone, vero, ma anche il recupero di Carpi e pure il derby con il Cittadella in arrivo. La squadra lagunare sembra pronta per il grande salto, ragiona con la mentalità vincente del suo allenatore che, tatticamente, non sarà un innovatore ma come motivatore non è secondo a nessuno in serie B. E i risultati del Venezia solo lì a dimostrarlo, basti pensare che passo dopo passo persino la promozione diretta è un obiettivo possibile.
In tutti i casi il Venezia ai playoff ci può arrivare abbastanza comodamente, soprattutto se continuerà a giocare come sta facendo da fine gennaio, quando Leo Stulac ha preso in mano le chiavi del centrocampo e Gianluca Litteri si è inserito in squadra come se ci giocasse da anni. Merito anche della campagna acquisti di Leandro Rinaudo, che ha inserito tre pedine azzeccando tutto pure in uscita. Insomma, la sensazione è che si possa arrivare lontano, soprattutto se nelle giornate come quella di ieri, quando per vincere serve un rigore cercato con abilità e furbizia da Marcello Falzerano e trasformato da Alex Geijo — senza neppure tirarlo benissimo — il vento spinge nella direzione giusta. Il pallone s’insacca centralmente a mezz’altezza, il Penzo esplode, il pubblico rimane poco numeroso ma il Venezia come sottolinea Inzaghi «meriterebbe lo stadio pieno» per quanto sta facendo. Tutto molto bello, verrebbe da aggiungere citando Bruno Pizzul, non resta che accomodarsi in poltrona con i popcorn in mano per capire come finirà questa lunghissima rincorsa.
E pazienza se i cigolii sinistri in casa Ascoli portano le lamentele, in qualche modo comprensibili, di Serse Cosmi. L’Ascoli perde subendo quasi nulla e l’allenatore umbro
sbotta: «Rigore molto dubbio, quattro ammonizioni e un’espulsione. Cosa dovrei dire? Se dicessi che c’era in panchina sarei bugiardo, diciamo che in questi casi c’è tanto nella furbizia del giocatore e un po’ di ingenuità del nostro difensore. Per tutto il primo tempo non abbiamo subito neanche un tiro in porta, è normale che ci si possa demoralizzare, tutti gli episodi della partita sono stati contro di noi». Insomma, la differenza la fanno le virgole, gli episodi, le sfumature. Come quella palla colpita di testa da Geijo che Agazzi devia sulla traversa e che tiene sulle spine il Venezia fino all’ultimo. De Santis si fa cacciare, saltano i nervi pure a Cosmi che viene espulso per essere uscito dall’area tecnica.
E al triplice fischio finale è il Venezia gode, sempre più in alto. Lassù, dove anche i sogni più arditi possono diventare realtà concreta.