Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Safilo, è morto Giuliano Tabacchi
È morto a Padova Giuliano Tabacchi: aveva 81 anni. Già patron della Safilo, è stato uno dei più noti imprenditori veneti.
Lungimirante Dall’occhiale era passato a mattone e autostrade, fu il «padre» di Unindustria
PADOVA Addio a un pezzo di storia dell’industria padovana, veneta e nazionale: ieri è morto nella città del Santo Giuliano Tabacchi (in fotoa destra con l’ex sindaco Zanonato), 81 anni, il decano di una delle dinastie dell’occhialeria veneta, il primogenito di quel Guglielmo figlio di emigranti dal Cadore negli Stati Uniti che nel 1934 fondò a Calalzo un gruppo tutt’ora secondo al mondo nel settore.
Tabacchi da parecchio non aveva più nulla a che fare con lenti e montature, da quando nel 2001 il fratello Vittorio, 78 anni, aveva liquidato sia lui che l’altro fratello, Dino, il più piccolo (c’è anche una sorella Erminia Nuccia). Un’operazione da cui era nato il maxi-debito che aveva poi portato il gruppo nelle mani del fondo d’investimento olandese Hal. Vecchie storie azzerate dal lutto che porterà la famiglia a stringersi alla vedova Bianca e ai figli Antonella e Guglielmo, in vista dei funerali attesi per l’inizio settimana. Guglielmo, 52 anni, stesso nome del nonno, è l’erede del padre anche dal punto di vista imprenditoriale, da anni regista della cassaforte di famiglia, la «2G Investimenti». La holding nata dal notevole ricavato dall’uscita da Safilo con l’Opa (Offerta pubblica di acquisto) del 2001, ben 500 miliardi di vecchie lire, circa 250 milioni di euro. La società fu prima testa di ponte nel mondo della moda («Aspesi») e del lusso (la vetreria veneziana «Venini), poi si è specializzata in immobiliare e infrastrutture. La lungimiranza di Giuliano Tabacchi si era manifestata non solo nella spinta a far scendere il quartier generale della Safilo a Padova dal natio Bellunese tra la fine degli Anni ‘60 e ‘70. Sua l’intuizione del nascente risiko autostradale che l’aveva portato a entrare, in minoranza, nel nocciolo di controllo della «Serenissima» BresciaPadova con Banca Intesa e il gruppo di costruzioni Astaldi. E anche da questa partecipazione Tabacchi è uscito con una corposa plusvalenza nel settembre 2016 vendendo, con i compagni di cordata, agli spagnoli di Abertis. A Padova a lungo fu presidente provinciale degli Industriali, varando la fusione con l’Api (piccole industrie) da cui nacque Unindustria. E, dopo la sua esperienza personale, aveva fatto una donazione all’università per un fondo su ricerca e didattica per le malattie cardiovascolari.