Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Il Coni dell’Alto Adige «Servono due miliardi impianti da distribuire»
VENEZIA A settant’anni da Cortina 1956, il Veneto lancia la sfida a Torino (e a Milano, alla svizzera Sion e all’austriaca Graz) provando a riportare all’ombra delle Dolomiti i Giochi olimpici invernali, edizione 2026. A darne l’annuncio, dopo che già da alcuni mesi se ne parlava nel Bellunese, è stato ieri il governatore Luca Zaia: «I primi contatti con i colleghi presidenti delle Province autonome, Arno Kompatcher e Ugo Rossi, ci sono già stati: proporremo una candidatura coordinata tra Veneto, Bolzano e Trento».
Zaia le ha già ribattezzate «le Olimpiadi dell’Unesco», perché «tutto si svolgerebbe sulle montagne Patrimonio Universale dell’Umanità». Una suggestione che si trasforma ben presto in un invito alla prudenza da parte di Kompatcher e Rossi, che sembrano assai meno entusiasti e più guardinghi del collega veneto. Senza nascondere, almeno da parte di Rossi, un certo fastidio per l’allungo (evidentemente non concordato) di Zaia, visto che l’idea pare sia nata dall’assessorato al Turismo della Giunta di Trento e sia poi stata coltivata dall’amministrazione Kompatcher e dal Coni bolzanino (tanto che la città candidata, perché il regolamento Cio impone che sia una soltanto, sarebbe Bolzano): «Prima di fare a gara per ottenere primogeniture, è necessario essere certi che si possano fare Olimpiadi all’insegna della sostenibilità, leggere, green, rispettose dell’ambiente e in definitiva a tutela di questo inestimabile patrimonio dell’umanità - ha precisato Rossi -. È chiaro che c’è un ragionamento in corso, ma approfondirò la questione assieme ai miei due colleghi». La data dell’incontro, a ieri sera, ancora non era stata fissata.
Cauto, per quanto favorevole, anche Kompatcher, che nelle scorse settimane aveva affrontato l’argomento col Corriere dell’Alto Adige: «Se il Cio vuole che le Olimpiadi tornino in Europa, allora deve cambiare le regole e consentire che le gare avvengano anche tra Regioni confinanti - aveva detto il presidente altoatesino -. Il villaggio olimpico dev’essere fatto con le strutture esistenti, la popolazione non accetta più progetti faraonici che vengono demoliti non appena finiti i Giochi». Zaia prova a tranquillizzare tutti: «Saranno Olimpiadi a impatto zero, senza nuovo cemento, che valorizzeranno il già straordinario patrimonio tecnico, sciistico e impiantistico, l’ambiente, la storia e il pregio delle Dolomiti, mettendo a frutto l’esperienza che il Veneto sta facendo con i Mondiali di Cortina del 2021 e le caratteristiche dell’intero Dolomiti Superski».
Luca Zaia I primi contatti con i colleghi presidenti delle Province autonome, Arno Kompatcher e Ugo Rossi, ci sono già stati: proporremo una candidatura coordinata
Federico D’Incà Questa è un’occasione irrinunciabile per il bellunese, sia sul piano turistico, col rilancio dell’ospitalità invernale ed estiva, sia sul piano infrastrutturale