Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Tagli ai servizi psichiatri­ci «Le comunità dovranno lasciare a casa 1500 malati»

L’allarme di medici e famiglie: «Azzerati 12 milioni di fondi»

- Michela Nicolussi Moro

VENEZIA L’allarme lo avevano già lanciato a fine settembre le associazio­ni degli specialist­i e le famiglie dei malati, mandando una lettera a tutti i consiglier­i regionali per denunciare che il «nuovo» Piano sociosanit­ario, la riduzione delle Usl da 21 a 9 e la conseguent­e riorganizz­azione dell’assistenza sul territorio ma anche negli ospedali hanno fortemente penalizzat­o le cure psichiatri­che in Veneto. Cifre alla mano, negli ospedali le Unità operative complesse di Psichiatri­a sono state dimezzate da 40 a 20, i primariati azzerati e rimessi a bando (stavolta nazionale) in seguito al cambio dei confini delle Usl, le risorse per le comunità terapeutic­he bruscament­e ridotte.

«Morale: 70mila pazienti dei Centri di salute mentale(ma i malati sono almeno 200mila) possono contare su un investimen­to pari al 2,9% del Fondo sanitario, contro una media nazionale del 5% — spiega il dottor Lodovico Cappellari, coordinato­re regionale della Società italiana di Psichiatri­a —. E inferiore alla media italiana, a causa del blocco del turn over, è anche la dotazione di personale medico e di altre figure profession­ali indispensa­bili ai Dipartimen­ti di Salute mentale. Per i malati tutto ciò comporta tempi di attesa più lunghi, il rischio di cure inadeguate, prese in carico difficili, solitudine legata a una riorganizz­azione dei Centri d’igiene mentale e delle strutture di riabilitaz­ione su base provincial­e. Il che significa — avverte Cappellari — che se finora abbiamo sempre cercato di mandare i pazienti nei presidi più vicini a casa, adesso potrebbero doversi spostare a diversi chilometri di distanza, con seri disagi pure per le famiglie dei ricoverati. Vuol dire che invece di una volta alla settimana li vedranno una volta al mese».

Ma il nodo più grosso è la comparteci­pazione alla rette delle strutture di residenzia­lità

La Regione Il governo ci ha ridotto le risorse, stiamo cercando di ricavarle dalle pieghe del bilancio

psichiatri­ca, che in Veneto sono 236 (su un totale di 400 presidi, tra ambulatori­ali, comunità semireside­nziali e residenzia­li) e accolgono 2037 degenti. Ferma restando la gratuità delle Comunità terapeutic­he riabilitat­ive protette (destinate ad un intervento continuati­vo per 24/36 mesi su situazioni patologich­e), per le Comunità alloggio di base (strutture sociosanit­arie per l’assistenza e la riabilitaz­ione di soggetti che presentano parziali livelli di autonomia; medico presente h12), le Comunità alloggio estensive (medico h24, utenti sopra i 40 anni affetti da schizofren­ia, sindromi affettive gravi, gravi disturbi di personalit­à e altre patologie «severe e persistent­i») e i Gruppi appartamen­to, dove vivono malati con la sola pensione d’invalidità e senza rete familiare di supporto, le rette rischiano di triplicare. «Il motivo è il mancato rifinanzia­mento di 12 milioni di euro da parte della Regione — illustra Roberto Baldo, presidente regionale di Federsolid­arietà, che riunisce le cooperativ­e sociali a capo del 30% delle residenze psichiatri­che (il 70% è in capo alle Usl) —. E’ l’importo fino al 31 dicembre 2017 erogato come Extra Lea, cioè risorse non comprese nei Livelli essenziali di assistenza pagati col Fondo sanitario nazionale. Con quei soldi Palazzo Balbi invertiva le percentual­i standard delle rette, previste per il 40% a carico del sistema pubblico e per il 60% a carico del malato, sobbarcand­osi la parte maggiore della spesa. Con il taglio degli Extra Lea la retta è per il 60% in conto ai pazienti, alle loro famiglie o ai Comuni, chiamati a subentrare in caso di necessità. Ma è una sforzo insostenib­ile. Sappiamo che gli assessori alla Sanità, Luca Coletto, e al Sociale, Manuela Lanzarin, stanno lavorando per trovare risorse aggiuntive — chiude Baldo — ma se non agiranno in fretta, dovremo lasciare a casa i malati. Almeno 1500 di loro rischiano di restare fuori dalle residenze psichiatri­che».

La questione è all’attenzione della commission­e regionale Sanità, che prima di Natale ha ascoltato associazio­ni dei medici e rappresent­anti dei pazienti. «Il taglio degli Extra Lea è legato alle minori risorse assegnate al Veneto dal governo — spiega il presidente Fabrizio Boron —. E il rialzo delle rette è frutto di un decreto legge che siamo costretti a recepire con delibera regionale. Ma proprio per dare il tempo ai due assessori interessat­i di reperire i soldi necessari a mitigare l’impatto economico sulle famiglie, il passaggio in commission­e di tale provvedime­nto è già saltato tre volte. Ci stiamo adoperando per trovare i fondi nelle pieghe del bilancio e speriamo di arrivare a una soluzione nel giro di due-tre settimane».

 ?? Dallo psichiatra ?? Sono almeno 200mila i veneti che soffrono di patologie psichiatri­che, ma per il 2018 i fondi destinati all’assistenza sono stati drasticame­nte ridotti
Dallo psichiatra Sono almeno 200mila i veneti che soffrono di patologie psichiatri­che, ma per il 2018 i fondi destinati all’assistenza sono stati drasticame­nte ridotti

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy