Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Presero in ostaggio gli operatori, revocata l’accoglienza ai profughi
Il caso due settimane fa. All’ex base sono in 619
VENEZIA La prefettura di Venezia ha revocato l’accoglienza a dodici profughi del centro di Cona, nel Veneziano. Nei giorni scorsi avevano dato vita a una protesta prendendo in ostaggio alcuni operatori della cooperativa.
CONA Si sono presentati in una sessantina, tutti agenti di polizia e carabinieri e, in mattinata, hanno trasferito 24 richiedenti asilo dal centro d’accoglienza di Cona. Ma solo per la metà di loro è arrivata una nuova sistemazione in appartamenti o altri centri di piccole dimensioni, agli altri dodici è stata revocata invece l’accoglienza, per ragioni di ordine pubblico. Q
uindici giorni fa, nel pieno di una campagna elettorale a dir poco infuocata sui temi dell’immigrazione, era infatti scoppiata una protesta nel campo e i dodici, arrivati in Italia dalla Nigeria trasferiti da poco a Cona, avevano alzato i toni al punto che è stato necessario un intervento della Questura a riportare ordine all’interno dell’ex base militare. I richiedenti asilo stavano protestando, come spesso accade nel centro ai confini tra il Padovano e il Veneziano, per le condizioni dell’accoglienza e per ottenere risposte sui documenti che attendevano. Pare che la mobilitazione sia andata oltre le regole tanto che alcuni operatori della cooperativa Edeco (che gestisce il servizio d’ospitalità) sarebbero stati bloccati e trattenuti «in ostaggio». Solo la mediazione della Prefettura avrebbe riportato la calma all’ex base missilistica. Dell’episodio nessuno ne ha parlato: erano i giorni clou della campagna elettorale e, probabilmente, è stato scelto di non dare troppa enfasi ad una protesta rientrata nell’arco di una giornata e che avrebbe infuocato i toni del dibattito politico.
Nei confronti dei dodici nigeriani sono però subito scattate denunce per violenza aggravata, un’incriminazione penale che giustifica la revoca della protezione umanitaria. Ed è quanto è successo ieri mattina alla presenza di un numero davvero elevato di agenti delle forze dell’ordine, arrivati in sessanta proprio per evitare che ci fossero tensioni o problemi di ordine pubblico. La revoca dell’accoglienza prevede che i dodici siano allontanati dal centro d’accoglienza e che le loro pratiche per il riconoscimento dello status di rifugiato siano bloccate. È già successo in autunno, all’epoca della prima marcia per la dignità di 300 richiedenti asilo usciti dall’hub di Cona. A fine novembre, i profughi che stavano manifestando sono stati distribuiti in altre strutture, in particolare in quattordici sono stati portati alla Croce rossa di Jesolo ma lì non sono voluti entrare e dopo tre giorni all’addiaccio hanno perso il diritto all’ospitalità, come prevede la legge. Per i dodici nigeriani la situazione è più complicata, dovranno affrontare un processo senza però avere un tetto sotto cui ripararsi. Cona, nel frattempo, si sta lentamente svuotando, ieri gli ospiti erano 619, contro i 1.500 di agosto. Ma i numeri scenderanno ancora: nei prossimi giorni ci saranno altri spostamenti.