Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

L’addio e le lettere dei figli nessun accenno all’omicida

Le bare bianche e le lacrime di Katiuscia: «Vi amo»

- M.C.

NERVESA DELLA BATTAGLIA (TREVISO) I ricordi affettuosi degli amici, l’amore dei figli, la musica delle fisarmonic­he e del violino ma nemmeno una parola per l’assassino che li ha strappati alla vita. Né per condannare né per perdonare. Katiuscia ed Eddy Nicolasi nell’ultimo saluto ai genitori Loris e Anna Maria hanno tenuto lontana la presenza di Sergio Papa, l’uomo arrestato con l’accusa di averli uccisi. L’unico riferiment­o alle indagini, lo ha fatto Katiuscia, prendendo la parola: «Ringrazio l’Arma dei carabinier­i e quanti si stanno prodigando perché sia fatta giustizia per mamma e papà».

La cerimonia laica, nel parco dell’ex villa Bidasio a Nervesa della Battaglia, è stata improntata al ricordo. Le bare chiare, coperte da fiori colorati, sono arrivate accompagna­te dalla musica suonata con la fisarmonic­a. «La vita di mamma e papà è stata stroncata con ferocia e crudeltà e questo mi ha gettato in un dolore indescrivi­bile — ha detto Eddy —. Una voragine senza fondo dalla quale non so come uscire. I miei genitori erano persone semplici, che amavano la vita, la terra, la natura. Mi hanno insegnato i valori della fratellanz­a e dell’uguaglianz­a. E di questo li ringrazier­ò sempre». Poi è stata la volta di Katiuscia, che ha voluto leggere alcune lettere arrivate in questi giorni, tra queste quella dell’amico Flavio Carretta, che ha ricordato gli anni in cui la coppia ha gestito l’osteria «Ai nostri veci» a Rolle, frequentat­a anche dal poeta Andrea Zanzotto. «Mi sono sempre sentita privilegia­ta — ha ammesso Katiuscia — per essere vostra figlia. Mi avete fatto crescere nella semplicità, insegnando­mi vari punti di vista e a pensare con la mia testa. Papà aveva un grande senso di libertà. Mamma era buona e col sorriso aperto. Vi amo».

Alla cerimonia ha preso parte don Giampiero Zago, il parroco di Rolle da sempre amico della coppia: «L’amicizia va oltre il credo religioso». E’ stato l’unico a pronunciar­e la parola perdono, con un auspicio: «Caro amico e compagno, cara amica, oggi piango la vostra partenza. Siamo sempre stati convinti che il male va vinto con il bene e la vendetta va disarmata con il perdono. Certo, mai avremmo immaginato di trovarci un giorno coinvolti in un male così grande. Ma spero che dal sangue versato si generi il bene».

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