Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Commissione d’inchiesta bocciata Porta di Venezia prepara i progetti
La maggioranza fa muro, M5s divisi. Reyer: in attesa della deroga
VENEZIA Hanno tentato di accantonare le polemiche politiche, di puntare sulla necessità di capire quali sono i problemi legati allo sviluppo dei Pili, che tipo di bonifiche servono all’area di proprietà della Porta di Venezia, società del sindaco Luigi Brugnaro confluita a dicembre nel blind trust per superare il conflitto di interessi, ma niente da fare: la maggioranza fucsia ha detto no. Non ci sarà alcuna commissione straordinaria di inchiesta della durata di tre mesi come proposto in una delibera di iniziativa consiliare dai consiglieri del Gruppo Misto Ottavio Serena e Renzo Scarpa. Al massimo dei Pili si potrà discutere in commissione Urbanistica. È quanto è emerso ieri nella seduta della prima commissione (Trasparenza): la delibera andrà in consiglio ma sarà bocciata.
Intanto Porta di Venezia sta lavorando ai progetti e attende il responso della Federazione italiana pallacanestro. La mozione, approvata dal consiglio comunale il 5 febbraio a sostegno del palasport ai Pili, è stata inviata alla Fip per scongiurare il rischio che la Reyer debba traslocare in un’altra città al prossimo campionato perché il Taliercio non rispetta gli standard richiesti. «La mozione ci dà il tempo per progettare, predisporre ogni dettaglio, anche ambientale — spiega Luca Gatto, avvocato amministratore della società — Stiamo correndo ma gli aspetti da affrontare sono molteplici, siamo fiduciosi nella deroga, permetterà di presentare un progetto funzionale e bello». In commissione la questione principe delle polemiche sui Pili, ossia che «appartengono» al sindaco, è rimasta sullo sfondo, mai citata dai consiglieri. «Con fatica abbiamo acquisito i documenti — ha spiegato Serena — ma non siamo in grado di mettere i tasselli in ordine, serve la commissione». Ha aggiunto Scarpa: «Abbiamo scelto di separare il tema del conflitto di interessi dalla situazione dell’area, su cui ci vogliamo confrontarci». Incassati i sì della grillina Elena La Rocca («La complessità della situazione impone approfondimenti»), di Rocco Fiano della Lista Casson («Chiarire è doveroso») e del collega Giovanni Pelizzato («La commissione è essenziale»), sono arrivati i no della maggioranza, per primo del fucsia Giancarlo Giacomin: «La parola inchiesta è troppo forte». «Per un approfondimento tecnico basta la commissione Urbanistica», ha detto il capogruppo Alessio De Rossi. Severa Maika Canton (Lista Boraso): «È un intervento privato su suolo privato e la città ne beneficerà, dove sta il problema?». Il fucsia Maurizio Crovato ha fatto le pulci alla delibera: «È piena di strafalcioni ed è sgrammaticata, vedo solo livore politico».
«Le commissioni d’inchiesta sono per vicende serie e gravi, queste sono ordinarie», ha aggiunto Saverio Centenaro (Fi). Secca la replica di Scarpa: «Ognuno valuta con i propri canoni, se uno è un ladro, vede tutti ladri». A margine La Rocca, unica M5s a non votare la mozione a febbraio, ha precisato: «Il Movimento non è unanime sui Pili, per me il consiglio non deve discuterne finché è sindaco Brugnaro».
Serena Scarse informazioni serve la commissione
Centenaro Inchiesta per vicende gravi, questa è ordinaria