Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
La Lega bussa al sindaco Da Re: «Ora l’assessore Colle? Non la conosco»
VENEZIA «La vicesindaco di Venezia è della Lega? Mai vista». Il segretario veneto del Carroccio Giannantonio Da Re non è tipo da diplomazia politicamente corretta. E mette in chiaro che la giunta fucsia di Luigi Brugnaro è in debito di una spiegazione col partito. Che non rivendica nulla, non pretende un rimpasto – voce che invece gira insistente per gli uffici – ma due parole col sindaco che assegna e ritira le deleghe vorrebbe farle. Ha lasciato correre per mesi ma adesso le condizioni sono mutate. Il 4 marzo ha espugnato un 23% di voti alle politiche nel capoluogo, che nei momenti migliori alla Lega aveva dato sì e no un 6%. E ieri l’altro il governatore Zaia ha indetto il 30 settembre il referendum per la separazione, cavallo di battaglia portato avanti da due segreterie provinciali a staffetta dal 2015 e dall’intera maggioranza verde in Regione. Un uno-due nel giro di dieci giorni. E siccome non c’è due senza tre, il partito ora bussa a Ca’ Farsetti. «Andrò a trovare il sindaco Luigi Brugnaro, che è molto simpatico, e gli chiederò cosa vuole fare», sorride il segretario. Cosa vuole fare della giunta, della maggioranza. La situazione è nota: il partito di Matteo Salvini ha un delegato alle Tradizioni che è Giovanni Giusto. Un vicesindaco, Luciana Colle. «Stop. Il vicesindaco? Mai avuto il piacere di conoscerla – ferma Da Re – Se me la presentano, magari una volta che la incontro, la saluto pure». Ma non era una sostenitrice del partito, messa in quota Lega nel conteggio? «Non mi risulta sia della Lega e dopo due anni che sono segretario, ancora non la conosco – scuote la testa referente “nathional” - Magari, se Brugnaro me la presenta...». L’equivoco sulla Colle è ben noto nel Carroccio: quando aveva votato in giunta a favore dei ricorsi contro il referendum per la divisione, nessuno le aveva ritirato la delega e invece per lo stesso motivo le assessore al commercio Francesca Guzzon e Francesca Da Villa ci hanno rimesso il posto: una per dimissioni e la seconda per ritiro della fiducia da parte del partito. Ma ormai il punto non è più la divisione tra Venezia e Mestre e neanche il rimpasto. Si tratta di fair play tra alleati. «Niente rimpasto perché il 23% alle politiche non cambia l’ordine di arrivo delle comunali», chiarisce Da Re. Chiaro che adesso la Lega ha il vento in poppa e quindi è sdoganata anche in aree tradizionalmente di sinistra ma non bisogna confondere amministrative e politiche. «Però siamo in debito di un assessorato, questo sì. Chiederò al sindaco se vuole compensare il vuoto». E se non volesse, nessun problema. «Lui dà le deleghe, lui le ritira». Come gli elettori nell’urna.
Segretario Niente rimpasto, ma cosa vuole fare della maggioranza?