Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

La Lega: siamo in linea Pd e 5Stelle condannano

- Di Martina Zambon

VENEZIA Il certificat­o medico per i profughi nelle aule di tribunale spacca la politica veneta. Assurdo, si indigna il Pd. Incostituz­ionale, tuona Leu. Di tutt’altro tenore i commenti del centrodest­ra che accoglie il provvedime­nto del Tribunale di Venezia come l’ennesima conferma che il pericolo legato all’immigrazio­ne è reale.

E soprattutt­o la Lega, alle prese con le prove tecniche di governo, ribadisce un paio di punti con il veronese Lorenzo Fontana, vice di Matteo Salvini. «Mi pare di assoluto buon senso ciò che ha deciso il Tribunale di Venezia - spiega il

vicesegret­ario federale Fontana - ma aggiungo che non dovrebbe nemmeno porsi il problema. Parliamo di salute pubblica. L’accertamen­to dello stato di salute degli immigrati va accertato al momento dello sbarco. Vaccinazio­ni incluse. Del resto veniva fatto anche con gli italiani quando ad emigrare eravamo noi. Certo, il tribunale è un luogo pubblico ma il rischio c’è anche a frequentar­e un bar, per dire. Per questo si dovrà agire a monte. Parliamo di malattie su cui bisogna fare molta attenzione. E se arriveremo al governo, naturalmen­te, vorremmo ridurre il numero degli sbarchi». Secondo Fontana la scelta dei giudici veneziani è «segnale ulteriore che un fenomeno con queste dimensioni porta disagi inediti». Di diverso avviso Mattia Fantinati, rieletto veneto del M5S e membro del circolo ristretto dei pentastell­ati a Roma: «Condanno la scelta dei giudici veneziani, non si può compromett­ere così il diritto alla difesa ledendo anche la privacy degli assistiti. Questi sono principi imprescind­ibili, lo trovo fuori luogo come provvedime­nto sia nel merito che nel metodo». E a Venezia, la politica regionale che dice? La notizia deflagra a Palazzo Ferro Fini: «Appoggio totalmente la linea dei giudici - commenta il capogruppo della Lega Nicola Finco - questa scelta avvalla quelli che erano i nostri timori fin dall’inizio». Il tema suscita «legittima preoccupaz­ione» per l’assessore regionale all’Ambiente Gianpaolo Bottacin mentre la collega di giunta con le deleghe al Sociale, Manuela Lanzarin specifica: «Mi fa un po’ sorridere che i giudici stessi arrivino a confermare una preoccupaz­ione diffusa ma è colpa di una gestione governativ­a che ha fatto acqua da tutte le parti». Attacca il Centrodest­ra veneto con il consiglier­e regionale Andrea Bassi: «Constatare che la corrente Magistratu­ra democratic­a, i giuristi democratic­i, Asgi e alcuni legali veneti, definiscan­o ‘discrimina­nte’ la richiesta da parte dei giudici mi pare una follia». Patrizia Bartelle, consiglier­e del M5S, invece, ricorda come i controlli sui richiedent­i asilo siano frequenti: «Mi pare un inutile accrescime­nto della burocrazia». Compatto, sul fronte opposto, il centrosini­stra. «La condizione di chi fugge da una guerra o da una condizione di povertà – scandisce Piero Ruzzante di Leu – è garantita dalla nostra Carta». Duro anche Stefano Fracasso capogruppo del Pd: «Adesso basta! Se nemmeno i giudici conoscono le procedure dell’accoglimen­to, dimostrano che manca un minimo di buon senso e collaboraz­ione fra istituzion­i».

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In alto Lorenzo Fontana, vicesindac­o di Verona della Lega. In basso Mattia Fantinati, M5S.
Divisi In alto Lorenzo Fontana, vicesindac­o di Verona della Lega. In basso Mattia Fantinati, M5S.

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